Il 29 novembre 2018 arriverà nelle sale Bohemian Rhapsody, il film del regista Bryan Singer incentrato sulla vita di Freddie Mercury e dei Queen. Portare avanti il progetto non è però stato facile. Sono state infatti molte negli ultimi mesi le indiscrezioni su chi avrebbe preso le sembianze del cantautore e frontman leggendario. Nel 2010 il ruolo era stato affidato a Sacha Baron Cohen, che ha però lasciato le riprese nel 2013 annunciando di avere avuto delle divergenze artistiche con i membri della band: “Ci sono storie straordinarie su Freddie Mercury. Era una persona davvero selvaggia e il suo stile di vita era all’insegna della più totale dissolutezza. C’è un aneddoto su un party dove c’erano queste piccole persone che giravano con dei vassoi di cocaina in testa. Ma tutto si stava trasformando in un film molto meno interessante perché loro (i Queen ancora in vita, ndr.) volevano preservare la propria eredità in quanto band e volevano che si parlasse dei Queen.”
Nel 2016 ad interpretare Mercury viene chiamato Rami Malek, l’attore statunitense protagonista della serie tv Mr. Robot. Ed è proprio lui, negli ultimi giorni, a tornare sulla questione della presunta mancanza “di verità” nella pellicola: “Per prima cosa – racconta Malek ad Attitude Magazine – lasciatemi dire che il film non prende le distanze dalla sua sessualità o dalla malattia che l’ha divorato, l’AIDS, non so proprio come si potrebbe evitare di parlare di certe questioni o presumere che qualcuno avesse voluto tacerle. È alquanto assurdo constatare come certi giudizi vengano fatti sulla base di un trailer di un minuto. Il fatto è che il film si avvicina alla cosa in una maniera delicata. Ma non puoi evitarla. Era un momento fondamentale per il film, molto triste per carità, ma carico di emotività. Mostra la resilienza degli esseri umani, quanto ci basiamo sulla forza che ci viene data dagli amici e dalla famiglia quando attraversiamo delle difficoltà. Anche oggi, si tratta di una minaccia concreta per molte persone (l’AIDS, ndr.). È una realtà con cui molti individui devono fare i conti per cui sarebbe stato irrispettoso non parlarne.”