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Interviste

Maximiliano Czertok: “I miei grandi miti sono Rossellini e Fellini” [ESCLUSIVA]

VelvetMag ha raggiunto telefonicamente Maximiliano Czertok, professionista dello spettacolo, produttore cinematografico ed esperto di marketing crossmediale. Ecco cosa ci ha detto durante la nostra intervista esclusiva.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Maximiliano Czertok, in occasione del Rieti e Sabina Film Festival. Professionista dello spettacolo, produttore cinematografico, nel 1999 ha vinto insieme a Filippo Landini il “Ferzan Ozpetek Film and Video Award” durante la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo con il video “DreamWalker mentre nel 2000 ha co-diretto e co-prodotto insieme a Filippo Landini il film indipendente “GAME OVER“. Dopo varie esperienze nel campo della produzione e realizzazione di progetti crossmediali, ora si sta occupando di nuovi film, sia a livello nazionale che internazionale.

Domanda di rito: Sarai uno dei giurati del Rieti e Sabina Film Festival, cosa ti aspetti da questa esperienza?

Mi aspetto di passare un momento speciale di questo Festival che è alla prima edizione. Credo sia un evento importante e sono felice di partecipare e di vedere i risultati del lavoro e i cortometraggi in gara.

Quali temi ti aspetti di trovare?

La multiculturalità.

Sei un esperto dello spettacolo a tutto tondo. Ti piace questa definizione o ne useresti un’altra?

Lavoro nell’industria del cinema da 15 anni come professionista, imprenditore, produttore e anche nel settore marketing e vendite.

Cosa vuol dire, per te, fare cinema?

Il cinema significa meravigliarsi ancora, tornare bambini, lasciarsi affascinare da un film. Oggi, fare cinema è diventata un’avventura, non ci sono più delle solide posizioni. Lo stesso mercato è cambiato negli ultimi 10 anni, anche il concetto di cinema è cambiato. Ad esempio, durante l’adolescenza era un evento famigliare, un momento speciale, ora non lo è più. Mantenere una posizione nel mondo del cinema è difficile e la possibilità di andare al cinema è qualcosa di unico. Abbiamo la possibilità di vedere un film da qualsiasi piattaforma, dalla tv, da qualsiasi device. Pensare di doversi spostare da casa e andare al cinema è difficile, quando puoi guardare un film comodamente da casa. Rimane però una forza per la libertà di espressione.

Parlando di piattaforme e device, cosa pensi delle polemiche su Netflix?

Il cinema si trasforma, è una molteplicità di eventi. In Netflix, ad esempio, la contraddizione sta in un nuovo modello di business puntando sul numero di contenuti e lasciando da parte i contenuti. Quando uscì “House of Cards”, Netflix ha fatto 5000 nuovi abbonati. Questo lo fa anche Amazon e altre piattaforme di questo tipo. Sono solo una conseguenza del cambiamento. Prima l’audience era rappresentato dagli adulti, ora invece loro stanno a casa mentre sono i giovanissimi, i teenager, a frequentare le sale. Anche per questo motivo, la maggior parte dei film che vengono realizzati sono destinati a questo pubblico. Non credo, comunque, che Netflix sia qualcosa di assolutamente negativo. E’ un mezzo di cambiamento, è un nuovo supporto e non è in grado di intaccare il cinema. Non è né complementare né antagonista.

Anche al Festival del Cinema di Venezia si è consumata una piccola polemica in questo senso, che ha anche toccato il film vincitore “Roma” di Alfonso Cuaron.

Sì, la stessa cosa che è successa anche a Cannes quando Pedro Almodovar ha chiesto l’esclusione dei titoli prodotti da Netflix. Credo che ci si possa anche arrabbiare, ma non credo che abbiamo un monopolio consolidato. Netflix non ha il cinema vero e proprio come obiettivo. Partecipare a questi Festival vuol dire per loro aumentare gli utenti ed incrementare il loro modello di business.

Uno dei Premi più importanti che hai ricevuto è stato il “Ferzan Ozpetek Film and Video Award”.

Sì, avevo presentato questo video insieme a Filippo Landini e Ferzan Ozptek ci ha selezionati. Vengo dal campo del film making sperimentale. Lo stesso video che abbiamo realizzato “DreamWalker” era stato fatto per un artista, era un video clip musicale di tecno.

Quale è, a proposito, il regista che più ti piace?

Ozpetek è un grande regista. Sebbene i registi che mi hanno più affascinato sono Fellini, Rossellini, Visconti. Loro mi hanno spinto a raggiungere Roma. Anche Orson Welles.

Progetti futuri?

Attualmente lavoro a Roma per un’azienda di effetti speciali, seguo il loro lavoro per il mercato internazionale. Poi lavoro anche in un’agenzia di vendita di film. Per ora, siamo alla produzione di tre film: due progetti italiani e uno internazionale. Il primo film si intitola “Fazzoletto bianco”, sarà ambientato tra la Basilicata e la Puglia ed è una storia vera avvenuta negli anni ’50. Poi abbiamo “Vita Loca” di Vito Vinci ambientato sempre tra la Puglia e il Messico, ed infine un progetto internazionale, che sarà un film muto girato in Malesia.

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Melania Baroncini

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