Si è appena conclusa la 90 esima edizione degli Academy Awards. Ecco chi è il vincitore della categoria Miglior film in questa edizione degli Oscar 2018.
La serata degli Oscar 2018 si è appena conclusa. Tra i 9 candidati alla statuetta per Miglior film vince in assoluto: LA FORMA DELL’ACQUA – THE SHAPE OF WATER. Il film di Guillermo Del Toro era nominato a ben tredici nomination (film, regia, attrice protagonista, attore non protagonista, attrice non protagonista, sceneggiatura originale, montaggio, costumi, fotografia, scenografia, montaggio sonoro, sonoro, colonna sonora originale). Nonostante l’accusa di plagio mossa contro il regista messicano ad alcuni produttori del film, la pellicola ha riscosso grande successo in tutto il mondo ed è stata apprezzata anche durante la cerimonia degli Oscar. La storia è molto bella e sentimentale, incentrato sulla storia d’amore nata tra una giovane muta e una creatura squamosa dall’aspetto umanoide, tenuta in una vasca sigillata piena d’acqua. Del Toro si mostra ancora più visionario in questa opera, dal genere fantasy e ambientata nel pieno della Guerra Fredda americana (siamo nel 1963). Ad accompagnare la protagonista Elisa (Sally Hawkins) nel suo tentativo di proteggere la creatura con la quale stringe un rapporto di tenera complicità, c’è la sua amica e collega Zelda (Octavia Spencer). Non mancano momenti di suspence in questo film già decretato un grande successo.
Gli altri film in lizza erano:
DUNKIRK: Christopher Nolan torna alla regia con un classico film di guerra. Candidato a otto nomination (film, regia, scenografia, montaggio sonoro, fotografia, sonoro, colonna sonora originale, montaggio), è ambientato durante la Seconda guerra mondiale e parla dell’evacuazione di più di 300mila soldati britannici che erano assediati dai nazisti sulla spiaggia di Dunkerque, nel nord della Francia, vicino al confine col Belgio. È il primo film di Nolan di ambientazione storica, è stato girato in 70 millimetri ed è raccontato da tre punti di vista (aria, acqua, terra) con tre storie che si svolgono in diversi archi temporali (un’ora, un giorno, una settimana).
TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI: Il film di Martin McDonagh è stato il vincitore del Globo d’oro nell’edizione del 2018 dei Gloden Globe proprio come Miglior film drammatico. La storia è quella di una madre di una ragazzina violentata ed uccisa nella profonda provincia del Missouri. Mildred decide così di sollecitare la polizia locale a indagare sul delitto e a consegnarle il colpevole. Dando fondo ai risparmi, commissiona tre manifesti con tre messaggi precisi diretti a Bill Willoughby, sceriffo di Ebbing. Affissi in bella mostra alle porte del paese, provocheranno reazioni disparate e disperate, ‘riaprendo’ il caso e rivelando il meglio e il peggio della comunità.
L’ORA PIÙ BUIA: Il regista è Joe Wright e il film parla dell’ex primo ministro britannico Winston Churchill, interpretato da Gary Oldman. Il titolo fa riferimento alle prime settimane di Churchill da primo ministro, nel 1940, all’inizio della Seconda guerra mondiale. L’attore ha anche vinto il Gloden Globe 2018 proprio come miglior attore protagonista proprio per L’ora più buia.
LADY BIRD: Esordio alla regia per Greta Gerwig che ha voluto raccontare, come se fosse un romanzo di formazione, la vita di una ragazza all’ultimo anno di liceo che vuole andarsene da Sacramento per vivere sulla costa est degli Stati Uniti. Molto apprezzato dalla critica il film ha ottenuto un grande successo, grazie anche all’interpretazione dell’attrice protagonista Saoirse Ronan.
IL FILO NASCOSTO: Apprezzatissimo dalla critica che lo definisce un “capolavoro” e candidato a cinque nomination (film, regia, attore protagonista, attrice non protagonista, costumi, colonna sonora originale), Il filo nascosto è ambientato all’interno dell’industria della moda e racconta i tormenti e l’amore del rinomato sarto Reynolds Woodcock e di sua sorella Cyril. Reynolds Woodcoc fa palpitare il cuore della moda inglese abbigliando la famiglia reale, le star del cinema, le ricche ereditiere, le celebrità mondane, le debuttanti e le signore dell’alta società. Scapolo impenitente, le donne vanno e vengono nella sua vita, offrendo compagnia e ispirazione. Lavoratore bulimico e uomo impossibile, Reynolds dispone delle sue conquiste secondo l’umore e dirige la sua maison, affiancato da Cyril, sorella e socia altrettanto ieratica. Mr. Woodcock ha un debole per la bellezza che riconosce in Alma, cameriera in un hotel della costa dove si è fermato per un break(fast). La giovane donna, immediatamente sedotta da quel “ragazzo affamato”, lo segue a Londra e ne diventa la musa. Stabilitasi nella casa di Knightsbridge, Alma rivela presto un carattere tenace, vincendo lo scetticismo di Cyril, che la crede di passaggio, e accomodando le (brusche) maniere del suo Pigmalione. Ma la difficoltà crescente di ottenere un vero impegno da Reynolds la spinge a trovare un rimedio. Sarà l’ultimo film di Daniel Day-Lewis che ha dichiarato di ritirarsi definitivamente e per sempre dal cinema.
CHIAMAMI COL TUO NOME: Esordio apprezzatissimo per l’unico film italiano in gara come Miglior film. Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino è un racconto profondo sull’amicizia e l’amore che lega in una calda estate italiana due giovani americani, che hanno però una grande differenza di età. Elio Perlman è figlio di un docente universitario che come ogni anno ospita uno studente straniero per lavorare alla sua tesi di post dottorato: Oliver, ventiquattrenne studente ebreo americano, va a vivere con la famiglia di Elio, ed aiuta il padre di questi con i suoi documenti accademici. I due ragazzi legano sin da subito fino a provare dei sentimenti l’uno per l’altro.
SCAPPA – GET OUT: Il film è un thriller/horror, ma è anche una satira sul razzismo e su cosa voglia dire essere neri oggi negli Stati Uniti. È diretto da Jordan Peele e parla di un ragazzo nero che va insieme alla sua ragazza bianca a trovare i genitori di lei. Una volta arrivati a casa dei genitori di lei, iniziano a esserci un po’ di frasi e situazioni quantomeno ambigue. Il ragazzo (Daniel Kaluuya) è colpito per esempio dagli strani atteggiamenti di Walter e Georgina, il giardiniere e la cameriera, entrambi neri, che lavorano per i genitori di Rose.
THE POST: Il film diretto da Steven Spielberg e con i Premi Oscar Tom Hanks e Meryl Streep parla di giornalismo e Vietnam, aveva solo due nomination. La pellicola racconta del rapporto tra Katharine Graham, editrice del Washington Post e Ben Bradlee, direttore del giornale (probabilmente il più famoso di sempre). Più precisamente parla di come i due riuscirono a far uscire una storia gigantesca di secreti governativi, nascosti per tre decenni da quattro diversi presidenti. I documenti in questione sono i cosiddetti “Pentagon Papers”: documenti riservati del Dipartimento della Difesa americano sulla strategia degli Stati Uniti in Vietnam, relativi al periodo compreso tra il 1945 e il 1967.
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