Continuano le quattro serate trasmesse su Canale 5 del ciclo “Liberi Sognatori”. Dopo la storia di Libero Grassi, andata in onda la scorsa domenica, ora tocca a Mario Francese, simbolo di un giornalismo che non si arrende neanche all’illegalità e alla potenza delle cosche siciliane.
La Taodue ha prodotto una nuova mini-serie dal titolo “Liberi Sognatori”, il ciclo composto da quattro prime serate racconta la storie di due uomini e due donne diventati simboli della lotta alla Mafia e all’illegalità delle cosche malavitose. Dopo la storia dell’imprenditore Libero Grassi, interpretato dall’attore Giorgio Tirabassi, domenica 21 gennaio andrà in onda la storia del giornalista Mario Francese, con il titolo “Delitto di Mafia: Mario Francese”.
Il racconto intreccia due vite quella del Signor Francese, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia interpretato da Claudio Gioè, e di suo figlio Giuseppe, alla ricerca della verità sulla morte del padre, ucciso appunto da Cosa Nostra. La trama: alla fine degli anni Settanta con grande coraggio il giornalista denuncia le operazioni dei corleonesi per impossessarsi degli appalti pubblici siciliani. Per questo ne viene decretata la condanna a morte e nel gennaio del 1979 viene ucciso. Il delitto resta senza colpevoli . Quasi vent’anni dopo il figlio di Mario Francese, Giuseppe (Marco Bocci), decide di far riaprire il caso, studiando gli articoli del padre per trovare nuove prove. Nel cast anche Romina Mondello.
Sempre pronto a raccontare la verità e non arrendersi alla potenza della Mafia siciliana, Mario Francese venne riconosciuto come vittima di mafia. Fu ucciso a colpi di pistola il 26 gennaio del 1979 a Palermo, sotto casa sua. Per la sua morte sono stati condannati i grandi nomi di Cosa Nostra: Totò Riina, Leoluca Bagarella, Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano. Le motivazioni della condanna nella sentenza d’appello furono: “Il movente dell’omicidio Francese è sicuramente ricollegabile allo straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un’approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni ’70”.
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