Partono domenica 14 gennaio le quattro puntate di “Liberi sognatori”, la mini-serie televisiva prodotta da Taodue e trasmessa da Canale 5 che racconta di uomini e donne, esempi di coraggio civile. La prima puntata è dedicata a Libero Grassi, interpretato da Giorgio Tirabassi, con il titolo “A testa alta, Libero Grassi”.
La Taodue ha prodotto una nuova mini-serie tv, dal titolo “Liberi sognatori”, che andrà in onda su Canale 5 da domenica 14 gennaio. La prima puntata è dedicata a Libero Grassi, l’imprenditore siciliano che “cosa nostra” uccise nel 1991 dopo aver intrapreso un’azione coraggiosa contro il racket senza ricevere appoggio da parte delle istituzioni. L’attore Giorgio Tirabassi è l’interprete protagonista.
Libero Grassi si oppose al pizzo e divenne così il simbolo siciliano della lotta alla mafia. Fu eroe contemporaneo di Falcone e Borsellino e perseguiva con loro l’obiettivo comune di non piegarsi alla prepotenza delle cosche. Uomo diventato eroe appunto ma riconosciuto solo dopo la sua tragica morte, avvenuta il 29 agosto 1991 con dei colpi di pistola alla schiena. Il suo impegno portò al varo della Legge anti-racket 172, con l’istituzione di un fondo di solidarietà per le vittime di estorsione.
In un intervista Tirabassi ha rivelato: “Libero Grassi era un uomo vero e un eroe che non si può non ammirare. Io non avrei mai avuto il suo coraggio”, confessa l’attore, “Avrei pagato subito il pizzo, anche in anticipo”. L’attore è sempre stato protagonista di fiction tv dal grande impegno sociale e che hanno raccontato di altri personaggi importanti del nostro tempo. Ha interpretato Paolo Borsellino nell’omonima mini-serie di Canale 5 andata in onda nel 2004 e le varie stagioni di Ultimo (Ultimo, Ultimo – La sfida e Ultimo – L’infiltrato). Le altre tre puntate della serie racconteranno invece le storie di Mario Francese, con Marco Bocci, cronista del “Giornale di Sicilia”, assassinato dai Corleonesi di Totò Riina nel 1979 per aver pubblicato un’inchiesta sul malaffare intorno alla diga Garcia; Renata Fonte, interpretata da Cristiana Capotondi, assessore comunale, uccisa nel 1984 per il suo impegno nel fronteggiare l’abuso edilizio nel Salento ed infine Emanuela Loi, giovane agente della scorta di Paolo Borsellino morta nella strage di Via D’Amelio il 19 luglio del 1992.
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