Marco D’Amore, che in Gomorra interpreta Ciro Di Marzio, ha difeso la serie tv dopo le polemiche sollevate da alcuni magistrati. Uno dei tre coordinatori della Dda di Napoli, Giuseppe Borrelli, aveva definito “folkloristica” la rappresentazione dei clan offerta nella serie tv. Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho ha invece dichiarato che “evidenziare i rapporti umani come se la camorra fosse un’associazione come tante altre non corrisponde a quello che realmente è, la camorra è fatta soprattutto di violenza”. Il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ha poi affermato che i personaggi della serie tv risultano “troppo simpatici” tra la gente. Marco D’Amore ha dichiarato al ‘Corriere della Sera’ in merito alle parole di Giuseppe Borrelli: “Guardate i Sopranos, la libertà con cui è stato raccontato quel mondo. La nostra è una fiction, non un documentario. Siamo liberi di raccontare la savana dal punto di vista del Leone o della gazzella. E non penso sia sbagliato un modo o l’altro. Però bisogna stare attenti, c’è il rischio di scivolare verso la censura. (…) Le polemiche le lascio a chi ha voglia di farle. Noi partecipiamo da artisti e anche da cittadini a tratteggiare uno dei profili possibili del nostro paese. Ovviamente lo facciamo con l’intento da una parte di rendere incredibile e meraviglioso il racconto cinematografico, e dall’altra per partecipare ad un fortissimo atto di denuncia che è partito dall’operato di Roberto Saviano. (…) Tutto ciò che accade in Gomorra, ovviamente sotto il mantello della finzione, viene raccolto dalla realtà, dalle carte processuali, dalla storia che è scritta, quindi non è invenzione”.
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