Divampa una nuova polemica sulla serie tv Gomorra, giunta alla terza stagione attualmente in corso su Sky. Nel giro di poche ore, ben tre magistrati hanno espresso dure critiche sul messaggio veicolato dallo show. Ecco le dichiarazioni di Giuseppe Borrelli, Federico Cafiero de Raho e Nicola Gratteri…
A pochi giorni dalla messa in onda degli Episodi 7 e 8 della terza stagione, Gomorra viene investita da una nuova polemica. Nel giro di 48 ore, ben tre magistrati hanno espresso dure critiche al messaggio veicolato dalla serie tv targata ‘Sky’.
Uno dei tre coordinatori della Dda di Napoli, Giuseppe Borrelli, ha dichiarato: “La serie televisiva – riporta il ‘Corriere del Mezzogiorno’ – offre una rappresentazione folkloristica dei clan, una rappresentazione pericolosa perché distoglie l’attenzione dall’attuale configurazione delle camorra”. Più tardi, ha ulteriormente chiarito il suo pensiero: “Forse sarebbe meglio parlare di rappresentazione parziale. Volevo dire che la fiction televisiva non coglie alcun aspetto della camorra di oggi. Da un punto di vista formale, siamo in presenza di un prodotto di ottimo livello. Il fatto è che la vera criminalità organizzata presenta caratteristiche molto sgradite per chi se ne occupa professionalmente. Oggi la camorra ha superato lo stato di contiguità con i ceti professionali, l’imprenditoria, una parte della politica. I clan esprimono una propria classe dirigente di professionisti, imprenditori e politici. E questo rappresenta motivo di preoccupazione. La camorra raccontata in Gomorra è un’entità paradossalmente tranquillizzante, perché consente di differenziarsi. Capisco che si tratti anche di un’operazione economicamente significativa. Gomorra è l’unico prodotto che la tv italiana vende tanto all’estero dai tempi de La Piovra. Anche le frange più violente esprimono una forte carica eversiva. Anche il fenomeno delle stese non appartiene alla camorra di Gomorra, ma è proprio di un’organizzazione malavitosa che, a differenza del passato, ha deciso di contrapporsi violentemente alle istituzioni. (Il film) Era un’altra cosa. Riusciva a descrivere la bestialità di alcuni comportamenti, degli istinti più bassi dei protagonisti. Ma anche il film raffigura una realtà di tanti anni fa”.
Le dichiarazioni di Borrelli sono arrivate a meno di ventiquattr’ore dalle parole pronunciate dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho nel corso del programma ‘1/2 h in più’ su Raitre: “Credo che evidenziare i rapporti umani come se la camorra fosse un’associazione come tante altre non corrisponda a quello che realmente è, la camorra è fatta soprattutto di violenza”. Un terzo attacco è arrivato da Nicola Gratteri. Il procuratore della Repubblica di Catanzaro ha affermato che i personaggi della serie tv risultano “troppo simpatici” tra la gente e ciò rappresenterebbe un danno per la lotta alle cosche.
Photo credits: Twitter
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