Sergio Castellitto, nel corso di un’intervista concessa al ‘Corriere della Sera’ ha aperto la polemica sulla decisione di scegliere A Ciambra di Jonas Carpignano come film che rappresenterà l’Italia agli Oscar 2018: “Non hanno scelto il mio film, Fortunata, ma A Ciambra di Jonas Carpignano. Ne ho visto dei pezzi, lui è un ragazzo sveglio, intelligente. Ma quello che è avvenuto prescinde dal valore del film. Mia moglie Margaret ed io costruiamo storie che non siano solo teoremi al servizio di una visione del mondo; storie che hanno successo, che toccano il cuore delle persone. Siamo vittime di un preconcetto perché facciamo un cinema popolare ma di qualità. Agli Oscar la nostra coppia non può andare. Non abbiamo padrini né protettori. C’era successa la stessa cosa per Non ti muovere”.
“Istituirei una commissione del pubblico, persone che vanno a lavorare, leggono qualche buon libro, e ogni tanto s’infilano in un cinema; obbediscono solo alla loro competenza emotiva, e magari sono rimasti colpiti da Fortunata, una storia di sopraffazione maschile tremendamente attuale. Ma io non ho voce in capitolo, perciò mi limito a fare il mio lavoro, il resto” – ha proseguito Sergio Castellitto – “mi sembra fatto di chiacchiere, presunto prestigio e soprattutto potere. Ci sono due visioni del cinema in Italia: chi ha come unico referente il pubblico, quello che gli americani chiamano audience, un racconto con delle emozioni e una visione etica; e un’altra visione che punisce questo rapporto col pubblico. Considero questo atteggiamento come qualcosa che ha poco di sinistra”.
“Scorsese è il produttore esecutivo di ‘A Ciambra’? Una figura che può aver pesato. Non voglio costruire polemiche. Ma non avere avuto la possibilità di offrire il mio film a quel tipo di percorso, mi ha intristito. Ma, lo sappiamo, il successo in Italia non si perdona. (…) Il cinema può essere anche poesia. Una poesia che costa molti soldi. Successo significa riportare a casa i soldi che si sono spesi. (…) Che io abbia fatto nello stesso anno Padre Pio in tv e L’ora di religione di Bellocchio al cinema, è parsa una libertà per alcuni insopportabile”.
Ancora nessun commento ufficiale dalla Commissione di Selezione per il film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’Anica lo scorso 4 agosto, su invito dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. Replicherà Jonas Carpignano?
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