Il regista di Una famiglia, film italiano che ha sconvolto il pubblico di Venezia 74, è stato aggredito da un gruppo di omofobi probabilmente a causa di alcune scene dell’ultimo suo film, Una famiglia, in cui un’apparente normale coppia gestisce un traffico di bambini venduti spesso anche a coppie omosessuali. A causa delle percosse, la prognosi per il cineasta è di 10 giorni.
Reduce dall’ultimo Festival di Venezia nel quale è stato protagonista del concorso, insieme ad altri 3 colleghi italiani, Sebastiano Riso, regista di Una famiglia lunedì 2 ottobre alle ore 17 circa, è stato aggredito nell’androne della sua abitazione, nella capitale.
Il cineasta è stato immediatamente portato al pronto soccorso dell’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina di Roma dove i medici gli hanno dato una prognosi di 10 giorni in seguito al riscontro di una contusione della parete toracica addominale e un trauma della regione zigomatica con edema alla cornea.
Riso, secondo la riscostruzione dei fatti, è stato aggredito da due due uomini che lo hanno attaccato mentre urlavano alcune frasi omofobe, palesemente riferite ad alcune scene del film Una famiglia uscito nelle sale giovedì.
La pellicola, presentata in anteprima assoluta alla Mostra del Cinema di Venezia, affronta il controverso tema dell’utero in affitto, in un’Italia dove tale pratica è ritenuta ancora illegale e dove l’alternativa a essa è la vendita vendita clandestina di bambini partoriti da una donna, nel lungometraggio interpretata Michaela Ramazzotti, tanto a coppie etero quanto ad una coppia gay, quelle che probabilmente hanno scatenato l’ira dei due malviventi che hanno attaccato il cineasta.
Photo Credits Mostra del Cinema di Venezia