Brutta disavventura al termine della Mostra del Cinema di Venezia per Ziad Doueiri, regista del film The Insult che è valso all’attore palestinese il premio come Miglior Attore: al rientro a Beirut, in Libano, Doueiri è stato arrestato e processato per “collaborazionismo con Israele”. Il regista è stato prosciolto. Ecco il suo commento alla vicenda che lo ha visto protagonista…
Il regista Ziad Doueiri, dietro la macchina da presa per il film The Insult che è valso all’attore palestinese Kamel El Basha il premio come Miglior Attore alla Mostra del Cinema di Venezia, è stato arrestato al rientro a Beirut, in Libano. L’accusa è “collaborazionismo con Israele”, per aver girato il film precedente, The Attack (datato 2013), in casa del ‘nemico’ giurato. È stata la cassa di risonanza della Mostra di Venezia a far riaprire il caso.
La polizia ha atteso Ziad Doueiri alla dogana, dove è stato arrestato e interrogato per tre ore dal tribunale militare. Con una formula bizantina, come riporta il ‘Corriere della Sera’ che cita il coproduttore francese Jean Bréhat, il regista è stato giudicato “colpevole e non colpevole” e poi, comunque, “prosciolto”.
Ecco il commento di Ziad Doueiri, che è stato anche assistente di Quentin Tarantino ed è il regista più celebre in Libano: “I giudici hanno stabilito che non avevo alcuna intenzione criminale contro la causa palestinese, mia madre mi ha allattato con latte palestinese. Speravo che il riconoscimento a un attore palestinese potesse rasserenare gli animi e temperare il clima politico che si è creato nei miei confronti”. Andrea Occhipinti della Lucky Red, che il 7 dicembre farà uscire il film The Insult, si domanda: “Perché un regista che contribuisce a superare le divisioni ataviche viene processato da un tribunale militare? Perché il Libano da una parte lo candida per l’Oscar e dall’altra lo arresta?”.
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