L’ex ragazza di Non è la Rai arriva al Giffoni accompagnata dai suoi due figli e racconta del suo presente, passato e futuro nel mondo dello spettacolo.
Ambra Angiolini arriva accompagnata dai due figli al Giffoni Film Fest 2017 e si presenta ai ragazzi della kermesse come una fantasista: “Penso che abbia molto a che fare con la Magia, che è il tema di questo Giffoni. In fondo è stato magico anche il mio inizio e anche la mia strada è continuata in maniera abbastanza fantasiosa, imprevedibile. Dopo la magia, però, subentra lo studio, necessario per rendere credibile proprio quello che avviene sullo schermo o sul palcoscenico”. Un lavoro che spesso i leoni della tastiera smontano con superficialità: “È troppo facile andare su un social o sul web e denigrare il lavoro altrui, senza rispetto e senza mettersi in gioco. Il giudizio senza confronto, magari dato da casa in una situazione sfigatissima, non lo posso accettare e non perché non sono democratica, ma perché gli insulti è bene consumarseli nel bagno di casa propria davanti allo specchio”. I premi in carriera, però, non sono mancati, ma c’è sempre un retro della medaglia: “Quando ti premiano troppo ho molta paura. In Italia abbiamo la brutta abitudine di usare i superlativi con troppa leggerezza. Mi dicono genio e cagna ma non mi sento né l’uno né l’altra: sono io, resto mia, il che vuol dire rischiare sempre”.
Il rischio va a braccetto con la libertà: “Sono molto felice, a 40 anni di dire ‘Io sono libera’” e lo testimonia anche il suo percorso: “Devo dire che oggi mi stupisce, ma un tempo mi ha fatto soffrire parecchio” riferendosi a Non è la Rai, programma ormai cult ma per anni etichetta difficile da scrollarsi di dosso: “Quel programma ha segnato quegli anni e rispetto a quelli di oggi ha qualcosa di fiabesco”. A chi le chiede cosa possa fare il cinema per la tutela dei diritti della comunità LGBT, Ambra risponde ricordando l’impegno quotidiano delle associazioni “che fanno delle cose gigantesche di cui sui giornali però nessuno parla” come il circolo di cultura omosessuale Mauro Mieli, che ha frequentato per dieci anni. “Si cerca la coppia ‘da circo’: Saturno Contro è stato un primo tentativo di dare a una coppia gay una famiglia, per quanto allargata” ricorda l’attrice a un decennio dall’uscita in sala del film di Ozpetek.
In questo momento l’attenzione è soprattutto al teatro: le piacerebbe dirigere una commedia teatrale, ma intanto è la protagonista di Terapia di coppia per Amanti, di Alessio Maria Federici che la vede al fianco di Pietro Sermonti e Sergio Rubini: “Non posso dire molto: è ratto dal libro di Diego De Silva e racconta la storia di due amanti che decidono di andare in terapia di coppia. Dico solo che anche il terapista andrà in crisi”.
Photo Credits: Giffoni Film Fest 2017