L’attore Marco Giallini è stato ospite del Giffoni Film Festival, dove ha raccontato la sua gavetta e la sua carriera, soffermandosi sui film in uscita e sulle differenze tra il cinema italiano e quello americano non risparmiando alcune ‘stoccate’. Ecco le sue dichiarazioni…
Tra risate e alcune ‘stoccate’ polemiche, Marco Giallini è stato protagonista nelle scorse ore al Giffoni Film Festival. L’attore ha parlato dei suoi prossimi film in uscita: “Sto girando l’ennesimo film di Paolo Genovese, The Place, con Valerio Mastandrea. E ho finito Rimetti a noi i nostri debiti di Antonio Morabito con Claudio Santamaria e anche Io sono tempesta di Daniele Luchetti. Poi, ha escluso un suo esordio alla regia: “La regia mi manca e mi mancherà”.
A proposito del suo inizio di carriera, Giallini ha ricordato: “Ai provini ci andavo con le unghie sporche di vernice e il cappello fatto con la carta di giornale in testa. La mia carriera al cinema la devo a Carletto il buttafuori: Risi era fuori fuori indeciso se entrare o no, Carletto apre la porta e dice: ‘Che famo? Entrate?’. E lui è entrato. Io ero lì in mutande che mi stavo cambiando i pantaloni: ‘Me lo fai un provino?’. In vita mia ne avrò fatti tre in tutto, li odio”.
Infine, le ‘stoccate’: “Per fare l’attore ci vuole talento come per giocare a pallone. In campo ci sono certe pip*e che me la cavo meglio io, mio figlio di sicuro. L’80 per cento degli attori non sono capaci a recitare”. E ancora, sulle differenze tra cinema americano e italiano: “Gli americani costruiscono un ponte e poi lo fanno saltare in aria e quello è l’inizio del film. Gli italiani aprono con l’inquadratura di un baretto di periferia, entra uno e dice: ‘Avete visto che è successo? Hanno fatto saltare il ponte'”.
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