L’attrice Claudia Mori ha raccontato la sua “esperienza umiliante e discriminante” in Rai. Ecco cos’è successo alla moglie di Adriano Celentano. Intanto risponde anche la direttrice della Fiction Tinny Andreatta.
Una polemica che andrebbe avanti da diversi anni e che coinvolgere in particolar modo Rai Fiction. A raccontare quanto accaduto l’attrice Claudia Mori, avvilita dal comparto dedicato alle produzioni tv del Servizio pubblico. A quanto pare la moglie di Adriano Celentano aveva proposto un progetto tv alla Rai dedicato alla lotta contro il gioco d’azzardo. Un progetto evidentemente di pubblica utilità, in cui Claudia Mori credeva molto. “Una prima lunga serie di sei puntate sull’azzardo – ha scritto al Corriere della sera l’attrice -, Una vita in gioco, tra l’altro propostami da Del Noce e da me accolta con grande interesse per i risvolti socialmente interessanti e sulla quale avevo fatto già scrivere un soggetto dallo sceneggiatore Andrea Purgatori, presentato e accettato anche da Del Noce”. Ma come mai non è stato ai realizzato? Ecco i particolari raccontati dall’attrice.
Il progetto era stato già proposto nel 2010 e in una lettera al Corriere della Sera la Mori aveva scritto: “Non posso più tacere la mia esperienza umiliante e discriminante che sto vivendo in Rai (…) La mia società (Ciao ragazzi, ndr), nei suoi nove anni di vita, ha prodotto soltanto 4 fiction ovvero 4 miniserie, una ogni due anni. Altri produttori (…) ne producono quasi altrettante, ma all’anno”. Il motivo di rifiuti della Rai? Claudia Mori avrebbe un’idea precisa a partire dagli “screzi” tra Adriano Celentano e la Rai: “praticamente dopo Rockpolitik non gli hanno fatto fare più niente di importante”. E non solo: “l’ostracismo alla Ciao Ragazzi e soprattutto il fatto che l’azzardo dà fastidio. Me l’han detto in faccia: “Non interessa”. Ma come, non interessa un tema così? Possibile?”. Gelida la risposta della direttrice Rai Fiction Tinny Andreatta: “Per realizzare una fiction, o un film, non basta il tema: occorre una storia che funzioni. E a nostro avviso , in questo caso tale storia non c’è”.
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