La dedica che Roberto Benigni ha fatto alla moglie Nicoletta Braschi nel ritirare il David di Donatello alla carriera è un plagio.
Anche i grandi copiano: a dare la conferma di questa ovvia verità è stata la scrittrice Carla Vistarini che ha scoperto che la dedica che il Premio Oscar Roberto Benigni ha fatto a sua moglie Nicoletta Braschi nel ritirare il David di Donatello alla carriera, lo scorso 27 marzo, è stata una mera “citazione” di una frase che il dentista e scrittore Vittorio Sermonti ha dedicato ben 30 anni fa a sua moglie Ludovica e che è possibile leggere nell'”avvertenza” all’Inferno di Dante, edito dalla BUR nel 1987.
Benigni, infatti, con in mano l’ambitissima statuetta, premio meritatissimo alla sua straordinaria carriera, ha fatto questa dichiarazione d’amore alla sua Nicoletta: “vorrei dedicare questo premio a Nicoletta Braschi, ma non posso. Ho fatto tutto con lei, per lei e grazie a lei. Quindi questo premio non è mio, è suo, le appartiene. E vorrei tanto che fosse lei in cuor suo a dedicarlo a me. Grazie bella!”. Peccato, però che tutti questo romanticismo, seppur sentito, non sia inedito.
È infatti possibile leggere nella su citata “avvertenza” di Vittorio Sermonti all’Inferno di Dante, edito dalla BUR nel 1987: “dedicarle questi libri sarebbe un abuso. Sono suoi e lei lo sa. E spero che me li dedichi in cuor suo”. Le parole, effettivamente, sono molto simili e il fatto che compaiano in un dantesco volume rendono “la citazione” ancora più effettiva, considerando il legame che c’è tra il Sommo Poeta e il Roberto Benigni. Nonostante questo c’è da dire che sia le parole del regista e attore, seppur non nate dalla sua penna, sono comunque uno splendido omaggio alla sua donna e, alla fine, davvero poco importa da dove provengano: in questo caso ciò che conta è la destinazione.
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