Andrea Bosca: tra C’era una volta Studio Uno e La Porta Rossa, molti nuovi progetti in TV [INTERVISTA]

Andrea Bosca è un attore che non potete dimenticare, i suoi molteplici ruoli sia al cinema che – soprattutto – in televisione li ricorderete tutti, da Magnifica Presenza di Ozpeteck a La Dama Velata o Grand Hotel e anche un ruolo ne I Medici. 

Andrea Bosca classe 1980, si diploma nel 2003 presso la Scuola del Teatro Stabile di Torino. Dopo una buona carriera teatrale arriva il momento di passare alla televisione ed è interprete di Fiction tv di successo come “Raccontami” di R. Donna, “Zodiaco I e II”, “Olimpiade Nascosta”, “La Dama Velata”, “Grand Hotel”, “Non dirlo al mio capo” e più recentemente la produzione internazionale “I Medici”. Ma c’è anche il  Cinema: è stato diretto da G. Manfredonia in “Si Può Fare”, Mario Martone in “Noi Credevamo”, Ferzan Ozpetek in “Magnifica Presenza” Abel Ferrara in “Pasolini”, e recentemente da Luca Lucini in “Nemiche per la pelle”. A breve lo vedremo tra i protagonisti della miniserie Rai C’era Una Volta Studio Uno e anche nella fiction La Porta Rossa al fianco di Gabriella Pession e Lino Guanciale. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ci racconti qualcosa in più sul tuo personaggio in C’era Una Volta Studio Uno, sappiamo che hai anche imparato a ballare.
Andrea  – Io sono Stefano e sono l’assistente coreografo di Don Lurio, mi occupo di coordinare il corpo di ballo e di curare i dettagli delle coreografie per garantire un livello artistico molto alto, ma un giorno arriva una nuova danzatrice, Elena (Giusy Buscemi ndr. ) che però è preda della sua insicurezza perciò preferisce puntare sull’avvenenza perchè crede che le sue doti artistiche non siano sufficienti. Però tuttavia grazie anche al rapporto scontroso che avrà con il mio personaggio inizierà a crescere sia personalmente che artisticamente e diventerà una vera ballerina. Il filo che lega il mio ruolo con quello di Giusy Buscemi è quello della danza, ci siamo allenati molto insieme per rendere Elena e  Stefano credibili nei loro scontri e anche negli incontri. La cosa interessante è che Stefano sembra uno dalla corazza rigida, ma che al suo interno cela una persona di gran cuore.

Dal promo vediamo scene che ci fanno intuire che tra i vostri due personaggi potrebbe nascere qualcosa…
La storia sarà controversa perchè capita che entrando in un qualsiasi contesto possa nascere l’amore con il tuo responsabile, ma purtroppo bisogna sempre ricordarsi del ruolo che ricopre. Quindi nonostante possa nascere una relazione c’è una certa remora ad esempio nel farsi vedere in pubblico per non fare favoritismi, all’epoca il fatto di essere ineccepibili, ovvero molto professionali era lo standard. Il messaggio che queste due persone vogliono mandare è quello del talento: il fatto che bisogna metterci il cuore nelle cose che si stanno facendo e che si ama fare. La bellezza della danza non è un fattore meramente estetico, è mettere quello che tu hai dentro e condividerlo con le persone che lavorano con te.

Si tratta di un messaggio molto positivo in un momento storico in cui la meritocrazia non è al suo apice .. 
In quel periodo c’era, così perchè c’erano molti spazi in quello che era un settore innovativo per l’epoca, ma il concetto secondo me non cambia. Quello che vogliamo dire è che se metti l’anima in quello in cui credi, riesci. Almeno questo è quello che vogliamo far emergere dai nostri scontri.

Ne La Porta Rossa che vedremo anche questa prossimamente su Rai Uno sarai al fianco di Lino Guanciale e Gabriella Pession in un ruolo molto diverso, si tratta di una fiction che è a metà tra un thriller ed un noir, un bel cambio di genere?
Infatti si tratta di una cosa completamente diversa, ma c’è un team creativo con cui avevo già lavorato ne La Dama Velata sia con Lino Guanciale che il regista Carmine Elia, gli sono grato per questo ruolo che mi ha dato perchè mi piace molto. Si tratta di un personaggio misterioso, Jonas è un ragazzo di strada che compare nei punti cruciali della storia ed ha la funzione di fornire degli spunti di riflessione o chiavi di lettura in modo anche critico, ma degli elementi che saranno fondamentali per il protagonista. In effetti è un personaggio che potremmo assimilare un po’ ad una via di mezzo tra il Grilo Parlante di Pinocchio ed un maestro Jedi alla Obi One Kenobi di Star Wars. Non posso dire di più su questo personaggio proprio perchè non possiamo svelare il mistero che si cela dietro la sua figura e che poi sarà cruciale nello sviluppo della narrazione e lasciare il dubbio nella trama.
Sono curioso di sapere se il pubblico apprezzerà, se questo personaggio che sembra solo in apparenza secondario, ma che ha una storia che viene svelata un po’ per volta, potrebbe essere un qualcosa su cui tornare a lavorare in futuro.

Visto che sei così poliedrico sei riuscito ad entrare perfettamente in un dramma storico del calibro della produzione de I Medici. Cosa ti è rimasto di questa esperienza? 
Lavorare nel cast de I Medici è stata un’esperienza bellissima e molto formativa, è stata una produzione di altissima qualità in cui mi sono trovato molto bene. Sia con i colleghi, che con il regista Sergio Mimica-Gezzan  con il quale ci siamo parlati ed intesi perfettamente sin da subito. Il mio personaggio era quello di un membro della nobiltà veneziana (ricordiamo l’esilio di Cosimo De’Medici a Venezia ndr.) al servizio del doge, incaricato di riferirgli cosa stesse tramando Cosimo anche attraverso l’utilizzo del personaggio di Sarah Felberbaum. La mia idea era quella di trasformare questo nobile,uomo di corte, in un uomo di azione vero e proprio e grazie all’accordo con i colleghi ho avanzato alcune proposte al regista che con una grande apertura le ha accettate. Ad esempio un aneddoto che ricordo bene è quello di una minaccia con un anello a Maddalena (la cortigiana intepretata dalla Felberbaum): dai costumi mi arriva un anello piuttosto impegnativo che decido di utilizzare come un surrogato di arma per minacciare la ragazza e farle capire cosa le sarebbe successo se avesse disobbedito. Questa mia piccola iniziativa piacque molto ed è quella che è stata mandata in onda. Per quanto riguarda gli attori, mi ha piacevolmente sorpreso Richard Madden, che nonostante venisse da produzioni importanti è una persona che ha conservato una grande umiltà ed è molto professionale, non si distaccava affatto dal cast, anzi si andava spesso a pranzo tutti insieme, si parlava e si è creato un bel gruppo affiatato. Ed è un modo di fare che poi è produttivo sulle scene.

Hai preso parte anche a molte produzioni cinematografiche, quali aspetti ti piacciono di più del Cinema e quali della Televisione?
Il cinema lo amo molto perchè hai dei tempi di preparazione molto più lunghi, con il regista giusto anche quei 90 minuti di girato richiedono un lavoro molto più lungo ed è una cosa che a me piace fare. La Televisione mi piace perchè ha una scelta di generi più ampia come offerta rispetto al Cinema, in Italia. Perchè se ad oggi il Cinema italiano è legato per molti aspetti dal filo conduttore neorealista, in TV si fanno cose anche più su soggetti di fantasia.

Un regista con cui non hai ancora lavorato e con il quale ti piacerebbe collaborare? 
Sicuramente Paolo Virzì, amo i suoi film e come escono al cinema li vado a vedere immediatamente, lo stimo moltissimo professionalmente e mi piacerebbe essere in un suo cast. Poi ho lavorato per una serie con Francesca Archibugi, si tratta di “Romanzo Famigliare” e mi è piaciuto moltissimo il suo modo di lavorare e di seguire tantissimo ogni singolo attore e curare ogni dettaglio sia dal punto di vista scenico, che in quella che poi è la resa in video. Sarei molto felice di lavorare ancora con lei. Poi ovviamente Sorrentino, sono appassionato del suo lavoro sin dal primo film e se è possibile con The Young Pope mi è piaciuto ancora di più.

Ci hai parlato della miniserie di Francesca Archibugi “Romanzo Famigliare”, ora sappiamo che sei sul set di un’altra fiction, di cosa parla?
Si ho lavorato nella serie “Romanzo Famigliare” con Vittoria Puccini , Guido Caprino e Adriano Giannini, il mio ruolo è quello di un ragazzo livornese a metà tra il geniale e il folle ed è il migliore amico di Emma, interpretato da Vittoria Puccini. Si tratta di un personaggio leggero solo in apparenza perchè è andato in bancarotta, ma non vuole farlo sapere a nessuno e quindi ha comportamenti che possono sembrare assurdi e bizzarri, ma dietro nasconde una storia molto difficile. Al momento sono sul set della fiction  “Il capitano Maria” di Andrea Porporati al fianco di Vanessa Incontrada, Giorgio Pasotti, si tratta di una serie polizzesca e il mio ruolo è quello del tenente dei Carabinieri Enrico Labriola, esperto di informatica ed abituato ad indagare nel deep web. Con Vanessa Incontrada ci occuperemo delle indagini in questa città portuale. Sarà una fiction in 4 puntate, in cui le indagini sono rappresentate in maniera molto dettagliata e reale, una delle location è Bari vecchia, dove mi sto recando ora per effettuare un sopralluogo proprio insieme ai carabinieri.

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