Nazif Mujic, vincitore dell’Orso d’argento alla Berlinale del 2013, è costretto a vendere il premio per sfamare i figli. La triste storia dell’attore.
Che strana storia è la vita. A volte stranissima. Quando un giorno tutto ti sembra risplendere, aver toccato il cielo con dito, essere riuscito a dare una svolta alla tua vita da un momento all’altro ti potresti rendere conto che non è servito a nulla. E come in un sogno sei costretto a rimettere i piedi a terra e guardare in faccia la dura realtà. È questo che è accaduto a Nazif Mujic, protagonista del film Un episodio della vita di un raccoglitore di ferro, premiato alla Berlinale del 2013. L’attore con un documentario che raccontava la propria storia era riuscito a portare a casa l’Orso d’argento, ma la sua non è una favola a lieto fine.
Nazif Mujic, una volta tornato a casa, era stato accolto benissimo come ha raccontato lui stesso, però poi è accaduto l’impensabile. L’attore aveva commosso tutti con la sua storia, Mujic aveva cercato in tutti i modi di salvare la moglie, Senada Alimanovic, che stava morendo a causa di una setticemia, ma nessun medico voleva sottoporla alle cure, perché la donna non disponeva di un’assicurazione sanitaria. Un racconto triste fatto di povertà e sofferenza. La vittoria dell’Orso d’argento alla Berlinale aveva però dato un po’ di speranza, come se tutto potesse cambiare, ma non è stato così.
Nazif Mujic è stato costretto a vendere il suo Orso d’argento per questioni economiche. È lo stesso attore a raccontare il perché della triste decisione: “Ho dovuto vendere la statuetta, perché i miei figli non avevano da mangiare“. Dopo il Festival prosegue Mujic: “tutti volevano farsi fotografare con me e la statuetta dell’Orso, ma quando ho avuto bisogno d’aiuto non si è fatto vedere nessuno“. Un triste epilogo per Nazif Mujic che ha venduto la statuetta per 4mila dollari, in aiuto dell’attore era intervenuto anche il regista Emir Kusturica che era disposto a pagare anche 15mila dollari. Nulla di fatto Mujic aveva già venduto l’Orso…
Photo Credits