I creatori di The OA, Brit Marling e Zal Batmanglij, hanno commentato la prima stagione della serie tv targata Netflix ed i rumour su una potenziale Stagione 2.
Arrivata in punta di piedi e avvolta nel mistero su Netflix, la serie tv The OA è diventata in breve tempo uno dei titoli più apprezzati ma allo stesso tempo discussi del catalogo della piattaforma di streaming on demand. The OA racconta la storia di Prairie Johnson (Brit Marling), una ragazza non vedente che ritorna a casa dopo essere scomparsa per sette anni, periodo durante il quale è riuscita a recuperare misteriosamente la vista. La giovane, restìa a rivelare a genitori adottivi e FBI cosa le sia successo in quei 7 anni di assenza, raduna un gruppo di cinque persone (quattro adolescenti e la loro insegnante) per affidare loro una missione segreta.
I co-creatori della serie tv, Brit Marling e Zal Batmanglij, hanno rilasciato alcune dichiarazioni in due interviste distinte rilasciate a ‘The Hollywood Reporter’ sulla prima stagione e sul futuro della serie. Zal Batmanglij, a proposito del mistero che ha avvolto il lancio della serie, ha rivelato: “Abbiamo chiesto agli attori di non annunciare che avrebbero recitato in questa serie ed avevamo un logo in Braille per indicare il logo di The OA. Così facendo, quando abbiamo girato a New York, non c’erano segnali sull’identità dello show che stavamo registrando. Abbiamo cercato di far qualcosa fuori dai radar e penso che Netflix abbia apprezzato la cosa”.
Poi, l’annuncio sulla seconda stagione. Zal Batmanglij ha dichiarato: “Credo che questa storia sia stata accuratamente pianificata. Nessuno di noi sta pensando a una seconda stagione in questo momento perché siamo esausti, però sì, quando abbiamo cominciato, io e Brit abbiamo trascorso due o tre anni a concepire un mondo intero prima di proporlo a qualcuno, prima ancora che lasciasse le nostre camere da letto. Le cose continuano a muoversi”. E Brit Marling ha aggiunto: “Fin da quando abbiamo cominciato a fantasticare sulla storia, abbiamo sicuramente pensato a come costruire una cosa che avesse un finale soddisfacente, nel corso di molte stagioni. Quindi c’è un finale e c’è una risposta a ogni enigma. Niente è stato fatto solo per il gusto di farlo, senza andare da nessuna parte. C’è una destinazione ben precisa. (…) C’è un posto in cui la seconda stagione è già iniziata nelle nostre menti ed un posto in cui si conclude”.
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