Il film italiano candidato agli Oscar 2017, Fuocoammare, è il protagonista di un ulteriore passo in avanti per il cinema nostrano. Il film di Gianfranco Rosi è entrato nella short list dell’Academy nella categoria Documentari.
Non poche sono state le polemiche al momento della scelta del film da inviare all’Academy per gli Oscar da parte dell’Italia. La scelta vera e propria se la sono battuti 4 titoli di film eccezionali ovvero: Lo chiamavano Geeg Robot, Perfetti Sconosciuti, Non essere cattivo e Fuocoammare. A spuntarla – non senza storcimenti di naso da parte di critica e pubblico – fu proprio Fuocoammare di Gianfranco Rosi. Il documentario infatti, già premiato nel 2016 con l‘Orso d’Oro al Festival del Cinema di Berlino, è stato ufficialmente candidato per l’Italia agli Oscar 2017 e, per l’occasione venne anche trasmesso in prima serata su Rai 1. Il tema trattato è quello che riempie quotidianamente le cronache dei nostri telegiornali, l’arrivo di migranti dall’Africa e dal Medio Oriente presso le coste sud della nostra penisola.
Certamente l’aspetto emotivamente più coinvolgente è quello emotivo della tragedia e delle condizioni disumane nelle quali queste persone sono costrette a compiere il viaggio della speranza, che purtroppo però, spesso finisce in tragedia al largo delle coste della Sicilia. Lampedusa è ormai noto come l’avamposto per eccellenza di questo tipo di sbarchi, ma l’isola non è solo un rifugio o una meta possibile per i disperati, è anche un luogo dove le persone vivono la loro vita di ogni giorno, ma che costantemente devono confrontarsi con il dramma umano. Il protagonista della storia raccontata in Fuocoammare infatti è proprio un ragazzino: Samuele ha 12 anni, va a scuola, ama tirare con la fionda e andare a caccia. Gli piacciono i giochi di terra, anche se tutto intorno a lui parla del mare e di uomini, donne e bambini che cercano di attraversarlo per raggiungere la sua isola. Ma non è un’isola come le altre, è Lampedusa, approdo negli ultimi 20 anni di migliaia di migranti in cerca di libertà. Samuele e i lampedusani sono i testimoni a volte inconsapevoli, a volte muti, a volte partecipi, di una tra le più grandi tragedie umane dei nostri tempi.
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