Si è conclusa la 34esima edizione del Torino Film Festival. Si può considerare un successo per la cultura cinematografica italiana, ma ecco tutti i vincitori ed i premi assegnati nel corso della manifestazione.
La Cina è la vincitrice non solo morale di questa 34esima edizione del Torino Film Festival, una kermesse dedicata alla produzione cinematografica indipendente. Il film The Donor di Qiwu Zang è il film che ha conquistato la giuria del festival piemontese. Si tratta di un dramma esistenziale con vaghi accenni noir ed è ambientato nei quartieri poveri di Shanghai. Ci sono due fazioni che si contrappongono: un meccanico che mantiene la propria famiglia a stento, mentre dall’altra parte della barricata un ragazzo di buona famiglia dalla parvenza diabolica che è all’implacabile ricerca di un rene nuovo per la sorella malatissima. Il povero si farà convincere dal ricco a farsi espiantare un rene per soldi? Un film che analizza la differenza abissale tra le classi sociali e che è lo specchio dell’enorme abisso tra le persone nella Cina odierna. La motivazione ” un film duro e devastante” è quella che ha fatto ottenere a The Donor anche il premio come miglior sceneggiatura.
La doppietta della Cina si realizza con la vittoria di un film non in concorso: Lao Shi (Old Stone) di Johnny Ma vince il Premio Cipputi – quello che è destinato a film che hanno come tematica il lavoro – con la tragica storia di un tassista e del suo dramma personale, professionale e sociale che è accusato di aver investito ed ucciso un ragazzino, offrendoci ancora uno spaccato della Cina contemporanea. Il riconoscimento come Miglior documentario internazionale è quello del siriano Houses without doors di Avo Kaprealian, mentre il Premio speciale della giuria è stato assegnato ad Attaquet di Carmit Harash, Francia. La giuria ha assegnato il anche un premio speciale a Moo Ya di Filippo Ticozzi e la menzione a A bitter story di Francesca Bono, film che racconta la vita nella comunità dei cavatori di pietra cinesi di Barge e Bagnolo, due piccoli paesi situati sulle Alpi intorno a Cuneo.Il vincitore della sezione Italiana Doc è Saro di Enrico Maria Artale: si parla di un percorso di ricerca di un padre sconosciuto, in un viaggio che porta il pubblico anche alla scoperta della Sicilia, sia dal punto di vista ambientale, che culturale, ma approfondisce bene le dinamiche sociologiche in un film “on the road” ma fortemente connotato dai sentimenti. Il premio per il miglior corto italiano va a Ex voto di Fabrizio Paterniti Martello. Torna ancora l’ambientazione siciliana: questa volta siamo in un piccolo paese durante la festa del patrono. Altro Premio speciale della giuria va a Il futuro di Era di Luis Fulvio.
Per la categoria lungometraggi internazionali, il Premio Fipresci è vinto da Les derniers parisiens. Questo film è l’esordio alla regia di due membri del gruppo rap francese La Rumeur: Hamè Bourokba e Ekoué Labitey. Un film ambientato a Pigalle e non in banlieue come si potrebbe pensare, nel quale “gli ultimi parigini non sono parigini”. Il Premio speciale a Los decentes di Lukas Valentia Rinner. Miglior attrice – vittoria già annunciata – è Rebecca Hall per Christine di Antonio Campos, storia vera della giornalista Christine Chubbuck, conduttrice della tv americana anni Settanta, che si suicidò in diretta e ispirò il personaggio di Quinto potere. Miglior attore invece è Nicolas Duran, protagonista giovanissimo di Jesus del cileno Fernando Guzzoni. Il riconoscimento del pubblico è andato invece a We are tide di Sebastian Hilger, film tra il misterioso e il metafisico ambientato in un piccolo paese della costa baltica della Germania.
Credits Photo: TFF
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