Ken Loach, quattro anni fa, rifiutò il premio assegnatogli dal Torino Film Festival. Attraverso un comunicato, il regista dell’acclamato film “Io, Daniel Blake” aveva spiegato che alla base della sua decisione c’era la questione dell’esternalizzazione dei servizi che vengono svolti dai lavoratori con i salari più bassi.
È ancora forte l’eco di una polemica che investì il Torino Film Festival nel novembre 2012, tanto che il fatto è tornato d’attualità proprio in queste ore: il regista britannico Ken Loach rifiutò il premio assegnatogli dal festival piemontese, motivando dettagliatamente la sua decisione in un lungo e garbato comunicato stampa. L’autore dell’acclamato film Io, Daniel Blake dichiarò: “È con grande dispiacere che mi trovo costretto a rifiutare il premio a me assegnato dal Torino Film Festival, un premio che sarei stato onorato di ricevere, per me e per tutti coloro che hanno lavorato ai nostri film. (…) Tuttavia c’è un grave problema, ossia la questione dell’esternalizzazione dei servizi svolti dai lavoratori con i salari più bassi. Come sempre, il motivo è il risparmio di denaro e la ditta che ottiene l’appalto riduce di conseguenza i salari e taglia il personale”.
“A Torino – aveva spiegato il regista – sono stati esternalizzati alla Cooperativa Rear i servizi di pulizia e sicurezza del Museo Nazionale del Cinema (MNC). Dopo un taglio degli stipendi, i lavoratori hanno denunciato intimidazioni e maltrattamenti. Diverse persone sono state licenziate. I lavoratori più malpagati, quelli più vulnerabili, hanno quindi perso il posto di lavoro per essersi opposti a un taglio salariale”.
“(…) Mi aspetterei che il Museo, in questo caso, dialogasse con i lavoratori e i loro sindacati, garantisse la riassunzione dei lavoratori licenziati e ripensasse la propria politica di esternalizzazione. Non è giusto che i più poveri debbano pagare il prezzo di una crisi economica di cui non sono responsabili. Abbiamo realizzato un film dedicato proprio a questo argomento, Bread and Roses. Come potrei non rispondere a una richiesta di solidarietà da parte di lavoratori che sono stati licenziati per essersi battuti per i propri diritti? Accettare il premio e limitarmi a qualche commento critico sarebbe un comportamento debole e ipocrita. Non possiamo dire una cosa sullo schermo e poi tradirla con le nostre azioni. Per questo motivo, seppur con grande tristezza – concluse Ken Loach – mi trovo costretto a rifiutare il premio”.
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