Scoppia la polemica tra Pif e lo storico siciliano Saro Mangiameli a proposito del secondo film del regista, “In guerra per amore”: la tesi del film del presunto appoggio della mafia agli eserciti alleati in occasione dello sbarco in Sicilia nel 1943 sarebbe – secondo lo studioso – una “banalizzazione”.
Oggi, lunedì 21 novembre, la serie tv La mafia uccide solo d’estate fa il suo esordio su Raiuno (LEGGI ANCHE: LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE, ARRIVA LA SERIE DI PIF DAL 21 NOVEMBRE). Nell’attesa dell’evento, però, è esplosa una polemica tra Pif e lo storico siciliano Saro Mangiameli (docente di Storia contemporanea al dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Catania) a proposito della ricostruzione storica che il regista ha adottato nel suo secondo film, In guerra per amore, uscito il 27 ottobre scorso.
La polemica, garbata nei toni, è nata sulle colonne del quotidiano La Sicilia e proseguita attraverso videomessaggi. Riguarda la tesi presente nel film su un presunto appoggio della mafia agli eserciti alleati in occasione dello sbarco in Sicilia nel 1943, definita dallo storico come una “banalizzazione”. Mangiameli ha corretto quella che lui ha chiamato una “narrazione cinematografica e popolare”, giudicando non significativo il presunto impegno della mafia in un’operazione militare di così grandi dimensioni. “Per lo sbarco in Sicilia – ha dichiarato lo studioso – venne schierata una flotta più grande di quella che organizzò lo sbarco in Normandia. Non c’era quindi bisogno delle coppole”.
Dal canto suo, Pif ha difeso la sua tesi e aggiunto che essa trova riscontro nelle posizioni di altri storici e nel rapporto Scotten, dal nome dell’ufficiale americano W.E. Scotten al quale fu chiesta una relazione sul tema ‘Il problema della mafia in Sicilia’. Poi, il messaggio distensivo: “Se non siamo d’accordo con alcune dichiarazioni fatte da me, figurarsi su fatti accaduti settanta anni fa. Mi piacerebbe incontrarla, magari prendendo insieme una granita. Io sono palermitano ma riconosco che a Catania le granite sono più buone”.
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