L’attore Daniele Pecci passa alla regia in un adattamento dell’Amleto di Shakespeare a teatro. La prima nazionale il 16 ottobre al Teatro Quirino di Roma, che ospiterà lo spettacolo dal 18 al 30 ottobre 2016. “Leggermente tagliato (…) – spiega Pecci nel comunicato – ma fedele, non alterato, e con una traduzione atta a esaltarne tutte le possibilità poetiche, ma in una prosa semplice, scorrevole, di facile comprensione, e con una messa in scena e una recitazione che si propongono di essere vicine al nostro mondo, senza simbolismi e sovrastrutture che si frappongano fra i 14 attori sul palcoscenico ed il pubblico“. VelvetMag per celebrare questa occasione lo ha incontrato. Ecco cosa ci ha raccontato.
Come hai capito di voler fare l’attore?
Ho capito di volerlo fare intorno a 16/17 anni, proprio a seguito della lettura dell’Amleto di Shakespeare. Ne fui folgorato. Rendere partecipi gli altri della sua bellezza non era semplice. Forse fare l’attore poteva essere il modo più giusto per farsi tramite.
Hai fatto molta TV, prima il teatro, ma anche cinema cosa ti ha appassionato maggiormente?
Indubbiamente il teatro ha per me un fascino maggiore. È molto legato alla letteratura (almeno il teatro che voglio fare io) innanzitutto, e poi amo proprio il palcoscenico.
Qual è stato secondo te l’ingaggio decisivo che ti ha lanciato nel mondo dello spettacolo?
Certamente il provino vinto per fare Orgoglio con Goffredo Lombardo della Titanus. Molto probabilmente oggi non sarei qui a fare Amleto al Quirino e con la mia regia. Ha cambiato di punto in bianco le prospettive sul mio futuro lavorativo.
Adesso approdi a teatro con uno spettacolo diretto da te, com’è avvenuto il passaggio? Raccontaci com’è andata.
Per la verità non è la prima regia che faccio. Ma è certamente la più importante. Il passaggio è avvenuto in questo modo: già l’altr’anno avevo debuttato con un Amleto, che ha girato per poco tempo, fu uno sforzo senza precedenti per tutti ma soprattutto per me. Non aveva possibilità di futuro e si è concluso, così quando quest’anno la Compagnia Moliere di Rosario Coppolino del Teatro Quirino mi ha proposto un altro Amleto, ho accettato a patto che fossi io a metterlo in scena. È stato un grande azzardo me ne rendo conto, ma prima o poi bisogna tentare..
Perché l’Amleto? Hai scelto tu quest’opera?
Perché è l’opera più importante dell’era moderna, perché è il più bello, e perché è una prova decisiva per chi voglia intraprendere una carriera da primo attore in teatro.
In futuro potremmo vederti anche dietro una macchina da presa?
È molto difficile, ma non mi sento di escludere nulla.
Com’è lavorare nello spettacolo in Italia? Hai progetti anche all’estero?
In Italia è durissima. Non ci sono mezzi né risorse. Aspettiamo leggi da una vita. Nessuno si occupa di noi, perché noi stessi siamo i primi a fregarcene. Questo Amleto potrebbe approdare all’estero.
Ti rivedremo in TV?
Me lo auguro di cuore, e con un progetto che non sia teso al solo intrattenimento.
Photo Credits Riccardo Ghilardi/Adolfo Franzo
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