La fiction dedicata a Lampedusa arriva su Rai1 martedì 20 e mercoledì 22 settembre 2016 in due puntate, con Claudio Amendola e Carolina Crescentini.
“C’è stata negli anni passati – racconta Claudio Amendola – grande disinformazione sul tema dei migranti che sbarcano sulle nostre coste e continua ad esserci ancora. Si fa troppa propaganda. Questo è un argomento importante, non deve essere un bieco mezzo per racimolare voti. Le persone che vivono nel nord sono fortunate e devono prendersi le responsabilità delle azioni del passato“. Continua il racconto di Amendola: “Ho conosciuto a Lampedusa uomini e donne meravigliosi. La Guardia Costiera è paragonabile ai Vigili del Fuoco e alla Protezione Civile, è il terzo braccio. Ci vuole tanta umanità e tanto cuore per stare in mare tutta la vita. È la parte dell’Italia che mi rende orgoglioso di essere italiano“.
Per Carolina Crescentini: “L’impatto con il centro d’accoglienza è stato forte. Gli uomini che arrivano sono sempre molto giovani e vengono separati dalle donne. I bambini sono sempre bambini, amano giocare ma cercano le famiglie che talune volte non hanno più. Negli occhi delle donne, ho visto la speranza“. “Quello che ho visto lì e che non posso dimenticare – sottolinea la Crescentini – mi ha fatto cambiare il mio punto di vista. A chi frequenta i salotti televisivi, consiglierei di andare a Lampedusa e stringere le mani agli uomini della guardia costiera, a chi lavora nei centri di accoglienza agli abitanti di Lampedusa”.
”Abbiamo fatto ricerche – ci tiene a precisare il regista Marco Pontecorvo -, visto immagini, visitato luoghi, conosciuto i protagonisti veri di storie simili, studiato sia procedure di salvataggio durante gli sbarchi, che di accoglienza nei Centri di Prima Accoglienza. La storia che narriamo è ispirata a fatti accaduti, ma non ricalca nessun episodio in particolare”. “L’idea è di Amendola – svela Pontecorvo – che vedendo un programma in tv (Vieni via con Me di Fazio, ndr) rimase toccato dal racconto di un ufficiale della Guardia Costiera. La Rai accolse molto positivamente l’idea di farne una fiction. (…) Durante il percorso, ci siamo resi conto che la realtà stava cambiando e quel singolo episodio non ci permetteva di raccontare la complessità e l’evoluzione della situazione. Quindi abbiamo deciso di partire solo come ispirazione”.
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