E’ un “war movie” molto atteso, ansiogeno e adrenalinico. Diretto dagli italiani Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, al loro debutto sul grande schermo, è ambientato in Afghanistan ma girato in Spagna con cast inglese, americano e italiano. Distribuito da Eagle Picture, promette emozioni forti come panico, claustrofobia, disperazione, paura.
E’ una pellicola italiana ma di cinema tipicamente italiano, forse, ha poco questo film dedicato ad un pubblico “internazionale”: “Mine” è la storia di un soldato di stanza in Afghanistan che, dopo una missione finita male, tornando al campo base poggia inavvertitamente il piede su una mina antiuomo. La situazione si fa subito critica: non può muoversi perché altrimenti salterà in aria ma non può nemmeno scappare da un eventuale attacco nemico. L’unica soluzione possibile è trovare un modo per chiamare i soccorsi e attendere, ore e ore, fino a che diventano giorni, fermo immobile cercando di sopravvivere ai pericoli del deserto ma anche alla terribile pressione psicologica scaturita dalla condizione di “prigioniero” di una mina.
“Mine” è un war movie adrenalinico ad alta tensione prodotto da un “habituè” del genere, Peter Safran, lo stesso di “Buried”, e diretto da due giovanissimi registi italiani, Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, che si sono fatti strada a Hollywood grazie ai festival del cinema indipendente e un lungometraggio a budget ultraridotto, “True Love”, scritto e prodotto da loro, venduto in oltre 700 paesi che gli ha aperto le porte per lavorare oltreoceano.
Interessante il cast: nel ruolo del soldato che dovrà fare di tutto per sopravvivere alla mina sopra cui ha poggiato l’anfibio militare sfidando anche la natura ostile del deserto c’è Armie Hammer, già noto per “The Social Network” e “Operazione U.N.C.L.E”. Annabelle Wallis, protagonista della serie tv “I Tudor” e attualmente impegnata sul set con Tom Cruise è la fidanzata rimasta ad aspettarlo a casa, l’amore della sua vita, colei a cui il soldato pensa con paura e rimpianto mentre passa momenti interminabili in piedi su quella mina. Poi ancora Tom Cullen, già visto in “Downton Abbey”, Juliet Aubrey e Geoff Bell.
Guaglione e Resinaro hanno impegnato ogni loro energia in questo progetto: lo hanno scritto, diretto, hanno partecipato a ogni fase produttiva fino al montaggio. E’ la loro “mega-produzione indipendente”, un sogno che si è avverato grazie alla caparbietà e alla fiducia nelle giuste intuizioni.
Loro due, che da 16 anni ormai sono alla ricerca della “consacrazione” nel mondo della celluloide, hanno sofferto insieme al protagonista del film l’angoscia e il terrore, perché meglio di chiunque altro sanno quanto sia vera la frase che campeggia sulla locandina del film: “Un solo passo e sarà tutto finito”. In guerra, ma anche nella vita quotidiana. Perché la mina è solo una metafora di tutte le avversità potenzialmente distruttive che il destino ci presenta tutti i giorni ed è solo la mente, la psiche, che deve rimanere salda, che può salvare dai pericoli.
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