L’attore, musicista e cabarettista si è spento a Venezia a 81 anni. Era un volto notissimo di cinema e televisione.
Lino Toffolo era un volto molto amato della televisione e del cinema. Dopo i primi passi alla Rai, dove scrisse la sigla del programma radiofonico El Liston, l’artista veneto aveva cominciato a teatro con la Compagnia dei Delfini di Venezia. Poi il passaggio al Derby, tempio milanese del cabaret, a fianco di artisti come Enzo Jannacci, Cochi Ponzoni, Renato Pozzetto, Franco Nebbia, Massimo Boldi e tanti altri.
Lunga anche la sua carriera cinematografica. Recitò poi in altri 24 film, tra cui Culastrice nobile veneziano con Marcello Mastroianni e Brancaleone alle crociate con Vittorio Gassman, diretto da Mario Monicelli. Lavorò spesso con Salvatore Samperi (era tra i protagonisti di Sturmtruppen del 1976) e Pasquale Festa Campanile, mentre Dino Risi lo volle nel cast di Telefoni Bianchi. Tra i suoi film c’è anche Yuppi di Adriano Celentano.
Toffolo era stato protagonista anche a teatro: tra le sue interpretazioni più celebri quelle in Sior Toni Bellagrazia (1965) e nel prologo de La moscheta (1998) di Ruzante con la regia di De Bosio. Interpretò il carceriere ne Il pipistrello di Strauss (1997) e voce recitante in Pierino e il lupo di Prokovief e nell’Histoire du soldat di Stravinskij. Anche la regia, che era forse l’unica cosa che mancava alla sua lunga e variegata carriera, compare tra le esperienze artistiche di Toffolo.
Maestro di un’ironia declinata in dialetto veneto, nella sua biografia online Toffolo si definiva “una celebrità nata dalla gavetta estrema, in una precarietà quasi da avanspettacolo.
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