Arriva sul grande schermo un action moovie dal cast stellare e dal ritmo mozzafiato. Si tratta di “Criminal”, del regista di “Iceman” Ariel Vromen, con il canadese ex marito di Scarlet Johansson Ryan Reynolds e l’ex “man in black” Tommy Lee Jones.
Salvare il mondo da un terribile attacco terroristico grazie alla memoria di un agente della Cia ucciso prima che potesse svelare i piani per fronteggiarlo. E’ il compito che viene affidato “forzatamente” a Jericho, un pericoloso criminale rinchiuso nel braccio della morte: al “cattivo”, senza sentimenti né emozioni, vengono impiantati tutti i ricordi di Bill Pope, un uomo buono che aveva una moglie e una figlioletta. Ad interpretare Jericho, eccezionalmente nel ruolo di un super-cattivo, Kevin Costner. La pellicola costata 31 milioni di dollari firmata da Ariel Vromen che sarà nelle sale italiane dal 13 aprile vanta nel cast anche Ryan Reynolds, Tommy Lee Jones, Gary Oldman e la prossima protagonista di “Wonder Woman” Gal Gadot. Il film è stato girato tra gli Stati Uniti e Londra. Kevin Costner, nonostante i tanti ruoli da “buono”, è perfettamente credibile nei panni del genio del male i cui tanti crimini hanno portato alla condanna a morte.
“Il merito è mio”, rivela Costner, “ma anche di colui che cura il mio look e mi aiuta ad “entrare” nel personaggio, Mario Michisanti. E’ italiano, da quando l’ho conosciuto ad Amburgo per un film che poi non abbiamo fatto non lo mollo più. Lo porto sempre con me e lui è contento, stavolta poi è particolarmente felice perché siamo venuti in Italia. Per il personaggio di Jericho siamo partiti dallo studiare il “look” giusto. Questo perché prima del primo ciak io avevo i capelli lunghi fino alle spalle e anche la barba mentre per la prima scena che dovevamo girare dovevo avere già l’aspetto che vedete nella locandina. Mi sono messo sotto con Mario, abbiamo tagliato i capelli e piano piano è spuntata la faccia di Jericho”.
Oltre all’aspetto cosa l’ha aiutata a entrare nella parte del “cattivo”?
“Le cicatrici. Quando ho visto queste cicatrici profonde sul mio corpo mi sono sentito un po’ come Frankenstein. E’ stato a quel punto che guardandomi allo specchio ho cominciato a “perdermi”. Vedevo riflessa l’immagine di una persona che i miei figli non avrebbero mai riconosciuto. Anche il collare di ferro che ho intorno al collo mi ha aiutato perché mi ha indotto a cambiare la voce. Uno con quel tipo di costrizione sul collo doveva per forza avere una voce più profonda, più roca. E il risultato ha convinto, Ariel ne è rimasto colpito”.
“Mi affascinava l’idea di questo uomo a cui veniva trasferita la memoria di un’altra persona tanto diversa da lui”, ha dichiarato Vromen. “Il fatto poi di trasformare un attore che generalmente interpreta ruoli “positivi” in un personaggio cattivissimo e senza sentimenti, senza pietà né empatia verso il prossimo mi ha reso il tutto ancora più intrigante. Devo dire che Kevin in questo è stato perfetto. E’ stato capace di diventare fisicamente ed emotivamente il Jericho che io avevo in testa”.