Arriva su Fox Crime il telefilm che ha conquistato il pubblico americano. Tratto dal best seller di Jeffrey Toobin, prestigiosa firma del “The New Yorker”, racconta del processo che tenne gli americani col fiato sospeso per settimane, quello con O.J. Simpson nelle vesti di imputato. Capo d’accusa: doppio omicidio, della moglie Nicole Brown e dell’amico Ronald Goldman.
Non appariva in serie tv da quasi quarant’anni, a parte qualche comparsata, un episodio al massimo, nei telefilm della sua più cara amica e “collega” del culto di Scientology Kirstie Alley intitolate “Fat Actress” e “Kirstie”. John Travolta arriva sul canale Fox Crime di Sky a partire da mercoledì 6 aprile con lo “spin off” in 10 episodi della fortunata serie tv “American horror Story” intitolato “Il Caso O.J. Simpson: American Crime Story” e prodotto da Ryan Murphy.
E’ la storia, su ispirazione del best-seller di Jeffrey Toobin, di quello che per gli americani fu “il processo del secolo”, che nella prima metà degli anni novanta portò alla sbarra l’ex campione di football O. J. Simpson per l’omicidio della ex moglie Nicole Brown e di un altro uomo che ai tempi si diceva fosse il nuovo compagno. Travolta interpreta la parte di Robert Shapiro, avvocato del “pool” di Simpson e suo personale amico.
Negli Stati Uniti questo telefilm ha riscosso un grande successo: per il ritmo, per il cast stellare di attori che comprende il premio Oscar Cuba Gooding Jr. nei panni di O.J., Sarah Paulson in quelli della rappresentante dell’accusa Marcia Clark e David Schwimmer in quelli di Robert Kardashian, altro avvocato e amico dell’imputato nonché padre delle famosissime sorelle Kardashian. Ma anche per il legame con l’attualità. Se ai tempi del processo infatti questo suscitò scalpore perché coinvolgeva uno dei personaggi dello sport più amati d’America, oggi scatena la curiosità perché, in un modo o nell’altro, permette di scoprire qualcosa di più sulla famiglia che monopolizza il web e i reality show televisivi. Dura da digerire ma è così.
In fondo, come va a finire il telefilm, essendo basato su una storia vera, lo sanno tutti. Si scopre però che Robert Kardashian e O.J. Simpson erano davvero molto amici. Che la moglie di lui, mamma di Kim, Kourtney e Khloe, e cioè la signora Kris, era molto amica della moglie dello sportivo. Che il doppio delitto portò problemi di coppia tra Robert e Kris perché lui doveva difendere per forza O.J. mentre lei era sicura che Simpson era proprio l’assassino della sua amica Nicole. Che l’ex campione tentò il suicidio proprio nella camera da letto di Kim, tanto da far gridare a Robert: “per piacere, O.J., non farlo nella cameretta di Kimmy! La mia bambina dorme qui. Non potrò più vedere la mia piccolina in questo letto perché ogni volta che entrerò qui vedrò sempre il tuo cadavere dappertutto”.
“Il caso O.J. Simpson, American Crime Story” è comunque un serial avvincente in grado appassionare lo spettatore grazie all’intensità delle emozioni dei protagonisti. Dall’ex campione di football diventato attore di film come la saga della “Pallottola Spuntata” che perde in un attimo la faccia e l’amore del suo pubblico, agli avvocati che, nonostante nel loro intimo siano praticamente convinti della colpevolezza di lui, lo devono difendere in tribunale, ai parenti delle vittime, che non sanno come placare il loro dolore.
Per la critica televisiva questo potrebbe essere il miglior prodotto del 2016: intrigante, pieno di ritmo e tensione. Il classico esempio di come gli americani sappiano trasformare anche un caso trattato centinaia e centinaia di volte in uno spettacolo avvincente.
Foto credits, FX, eonline, Us magazine