Perché è ancora così difficile parlare di masturbazione? Perché oggi possiamo fare sesso ma non dobbiamo dirlo? Perché se una sessuologa parla di masturbazione come metodo contraccettivo e come tema da insegnare ai ragazzi per capire sé stessi viene licenziata? Da queste domande (e non solo) parte il documentario di Nicholas Tana intitolato Sticky: A (Self) Love Story, che esce in questi giorni negli Stati Uniti in una versione leggermente censurata, che poi debutterà sui grandi schermi europei tra meno di un mese. Un film coraggioso e genuino incentrato sul tabù sessualità e in particolar modo sull’autoerotismo. Un argomento di cui si è sempre fatto fatica a parlare.
Il presupposto da qui si parte è quello della doppia morale della società odierna, bombardata da riferimenti al sesso in ogni dove, dai giornali alla televisione e al cinema, ma pudica quando si tratta di entrare nella sfera reale della questione. Paradossalmente infatti la casalinga (più o meno disperata) può parlare tranquillamente di 50 sfumature di grigio o vedersi una scena di Game of Thrones ambientata in un bordello, ma quando si parla di masturbazione è sempre meglio far finta di nulla. Eppure i giocattoli erotici sono un settore in netta ascesa e oggigiorno è possibile trovare gadget decisamente discreti e sofisticati, ma guai a dirlo ad alta voce: il sesso è visto come divertimento per gli uomini e forma di potere nelle donne. Il fatto che una donna possa divertirsi col sesso persino da sola è purtroppo ancora visto come qualcosa di sbagliato, sconveniente e scandaloso. Con buona pace di Woody Allen che aveva affermato (non troppo) ironicamente: “Non condannate la masturbazione. È fare del sesso con qualcuno che stimate veramente!“.
Il documentario di Tana racconta come è cambiata negli anni l’idea che si ha dell’autoerotismo, puntando il dito sul ruolo fondamentale della Chiesa nel creare questo tabù, come le leggende metropolitane sulla crescita frenata o la cecità, e della scienza che soprattutto recentemente sta cercando di scardinare pregiudizi, cercando di spiegare che la masturbazione è un gesto assolutamente normale fin da piccoli, fa parte dell’esplorazione del proprio corpo e, in età più adulta, diventa un momento da dedicare a sé stessi, a patto che ovviamente non si trasformi in una ossessione. La speranza è quella che parlandone a “voce alta” si possano ulteriormente scacciare alcuni demoni sociali.