Il 28 gennaio Carlo Verdone e Antonio Albanese sbarcano nelle sale cinematografiche col fermo proposito di far ridere gli italiani. E per i loro fan c’è una ghiotta occasione: la possibilità di incontrarli nella Capitale e assistere all’anteprima del film L’abbiamo fatta grossa (qua la trama e il primo trailer). L’appuntamento è per martedì 26 ore 21.00 presso il cinema My Cityplex Europa (Corso d’Italia 107/A, Roma), l’evento è stato organizzato nell’ambito di CityFest, realizzato dalla Fondazione Cinema per Roma in collaborazione con Filmauro. Nel corso del dibattito, curato da Mario Sesti, responsabile dei progetti speciali di CityFest, i due attori parleranno agli spettatori della commedia, che è scritta e diretta dallo stesso Verdone. A seguire ci sarà la proiezione. Il costo è pari a 8 euro, i biglietti si possono acquistare nei cinema del circuito My Cityplex o sul sito mycityplex.it).
“Ho pensato ad Antonio Albanese – ha spiegato di recente Verdone – con il quale non avevo mai lavorato in coppia, già dai primi due soggetti che avevo scritto e che sono rimasti poi nel cassetto”. Aveva voglia di lavorare con lui “perché è un attore che mi ha sempre sorpreso sia nel film serio che in quello comico. Avendo lui un carattere molto forte, pensavo fosse l’ideale per me che ho sempre bisogno di esser messo in difficoltà dalla controparte per dare il meglio“. Fra loro, assicura, si è creata una grande alchimia. Talmente grande che al momento opportuno l’uno lasciava spazio all’altro e viceversa, senza mai timore di essere sopraffatto e senza alcun desiderio di sopraffare: “La forza della coppia è nella sua diversità. Ma allo stesso tempo in un’alleanza strettissima“.
Dal canto suo Albanese ha spiegato che condividere quest’esperienza “con Carlo come regista è stato piacevole e soprattutto interessante dal punto di vista strettamente comico, lo spazio per poter interagire fisicamente è stato nobilitato dalla sua esperienza e dal grande rispetto che lui ha sempre nutrito per la commedia“. Lavorare con lui come attore, invece, “è stato semplicemente un onore“.
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