Il Checco Zalone dei record è tornato, appare più maturo e consapevole, ma soprattutto non ha perso i tratti della comicità che l’ha consacrato come nuovo re Mida della commedia italiana. E non solo ai botteghini. Diretto ancora una volta da Gennaro Nunziante, Quo vado? non delude le aspettative, anzi, riesce a convincere anche chi ha criticato il comico preventivamente e si prepara a conquistare le sale puntando a un nuovo primato. Dopo i 14.073.000 euro all’esordio con Cado dalle Nubi, i 43.474.000 ottenuti con Che Bella Giornata e addirittura i 51.894.000 di Sole a Catinelle, tutto è apparecchiato per inevitabili numeri da capogiro, a partire dai cinema che lo ospiteranno dall’1 gennaio: ben 1500.
Il “comicinismo” che lo contraddistingue assume in quest’ultima fatica tratti ancora più nitidi, necessari per raccontare l’italiano medio e mediocre attaccato al posto fisso, che ha come obiettivo nella vita quella di semplificarla il più possibile. Un parassita consapevole che la vera felicità è esserlo. Zalone riesce magistralmente a incarnare le nostre meschinità e usare il suo feroce sarcasmo per ritrarle su di sé. Più reale e realistico dei cinepanettoni, si avvicina più ai personaggi di Alberto Sordi e Paolo Villaggio, di cui non ha certo la caratura attoriale e la presenza scenica (almeno non ancora), però come loro non usa i filtri per attaccare i suoi obiettivi con ferocia. L’incubo del ragioniere Fantozzi, qui diventa il sogno idilliaco. La vera differenza non è (solo) nel cinema, ma proprio nei valori di questa Italia così chiusa in se stessa. E per raccontarla, il comico va all’estero, sottolineando e sbugiardando altri luoghi comuni, il tutto accompagnato da alcune trovate geniali (Al Bano e Romina a Sanremo come la sacra trinità italica e la canzone del film su tutte).
La trama di Quo vado? è infatti incentrata sulla storia di Checco, un ragazzo felice della sua vita, il quale abita con i suoi genitori evitando una costosa indipendenza, è fidanzato da anni ma è riuscito a scansare gli obblighi del matrimonio e di una famiglia e soprattutto ha un lavoro sicuro nell’ufficio provinciale caccia e pesca. Un giorno però tutto cambia. Il Governo vara la riforma della Pubblica amministrazione che decreta il taglio delle province. Convocato al ministero dalla spietata dirigente Sironi, Checco è messo di fronte a una scelta difficile: lasciare il posto fisso o essere trasferito lontano da casa? Pur di mantenere il prezioso impiego accetta di traslocare, ma per metterlo nelle condizioni di dimettersi, la dottoressa Sironi lo costringe a girovagare in diverse località italiane a ricoprire i ruoli più improbabili e pericolosi. La resistenza del ragazzo è eroica, così che il funzionario statale decide di provare un’ultima carta e lo manda al Polo Nord.
Nel cast figurano anche Sonia Bergamasco, Eleonora Giovanardi, Maurizio Micheli, Ninni Bruschetta, Paolo Pierobon e Azzurra Martino, con la partecipazione di Lino Banfi. Sarà un nuovo record? Probabile, ma quel che conta (per gli spettatori) è che Checco Zalone dimostri di saper e voler crescere, mantenendo pressoché inalterata la sua irresistibile comicità, anticipata dai divertenti spot e nessun vero trailer. Ben vengano i primati dunque.
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