“Mata Hari è un personaggio meraviglioso: è stata una donna molto forte che ha camminato a testa alta fino alla sua morte senza far trasparire paura o fragilità. Ho dovuto studiare moltissimo per prepararmi“: Elisabetta Gregoraci parla con l’Ansa, s’accende di entusiasmo e non nasconde la soddisfazione. Ha accettato una sfida e si congratula con se stessa. Ha detto sì, accettando dunque di interpretare una figura complessa per il suo primo film da protagonista (“sono rimasta affascinata dalla sua intelligenza e dalla sua forza“), e adesso è impegnata sul set di questa pellicola scritta da Gianna Volpi, diretta da Rossana Patrizia Siclari e prodotta dalla Steno Production.
Si gira in un luogo magico, il Castello di Montenero Sabino in provincia di Rieti: “Il film – continua la Gregoraci – è ambientato nel 1917 e ha dei dialoghi difficilissimi. Prima di cominciare a girare ero preoccupatissima, ho accettato il ruolo perché forse sono un po’ pazza ma ora, invece, sono felice. In questi 15 giorni sul set ho riscoperto un’Elisabetta molto sicura e determinata“. Esprime gratitudine nei confronti della Siclari, che l’ha fortemente voluta, incoraggiate e aiutata. E quest’ultima conferma la dedizione messa in campo dalla showgirl calabrese, che ha “ripagato la mia intuizione di sceglierla per il ruolo da protagonista: le sue caratteristiche fisiche erano sorprendentemente adatte per questo ruolo. I capelli scuri, l’altezza, il fascino, la forza, il coraggio e il potere seduttivo di Elisabetta mi hanno convinta che era perfetta“.
La pellicola racconta il processo, certo, ma anche il lato umano di Mata Hari, la sua sofferenza e la sua determinazione. Il tentativo è stato quello di far luce sul travaglio interiore di “questa donna che ha sopportato la morte di un figlio, il distacco dalla secondogenita, la prigionia e infine il processo. Il potere seduttivo di una donna che dall’Olanda arriva a Parigi con pochi soldi e inventa l’esotismo è stata un’arma a doppio taglio per lei: da un lato le ha permesso di intessere rapporti profondi con uomini potenti dell’epoca, dall’altro non le ha mai concesso di essere sufficientemente corrisposta nei suoi amori“. Si lascia inoltre aperto il seguente interrogativo: Mata Hari era davvero una spia o si è trattato soltanto di un capro espiatorio?
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