Dopo l’anteprima del 21 ottobre scorso, è arrivato nei cinema Game Therapy, il film diretto da Ryan Travis, prodotto da Indiana Production e Web Stars Channel e distribuito da Lucky Red/Key e, soprattutto, interpretato dai 4 youtuber più famosi della scena italiana: Favij, Federico Clapis, Leonardo Decarli e Zoda.
Ma se è vero che l’idea, almeno sulla carta, poteva essere vincente (cioè far debuttare sul grande schermo quelli che sono i “miti” dei ragazzi di oggi, per avvicinare le nuove generazioni al mondo del cinema), la realizzazione mostra invece diverse lacune. Nonostante la produzione sia americana, così come il regista (e, si sa, se c’è una cosa che gli americani fanno bene sono proprio i film) e il lavoro svolto su sonoro, fotografia e scenografie (non tutte) sia certamente di qualità, quella che è davvero debole è la sceneggiatura e la scelta dei personaggi (a cominciare del 28enne Federico Clapis, poco credibile nei panni di un liceale).
Come ricorderete, la storia è quella di Francesco (FaviJ) e Giovanni (Federico Clapis), due geni del computer che non se la cavano benissimo con la scuola, con le ragazze e con gli amici. I giochi sono la loro ‘Isola che non c’è’, dove tutto quello che hanno sempre sognato non solo è possibile, ma sta per trasformarsi in realtà. Francesco, infatti, scopre delle coordinate nascoste all’interno di un gioco e decide di seguirle. E, sebbene il plot stesso non sia del tutto originale (Matrix, Tron?), il vero problema è che lo svolgimento non riesce ad appassionare quelli che di videogiochi non sanno nulla. Il che, almeno secondo noi, è un grande limite. Senza contare che la “morale” del film, decisamente adulta, stona con quelli che sono i protagonisti e i loro fan: perché alla fine, il senso un po’ scontato è che la realtà sia meglio di un pomeriggio “buttato” sui videogame. Ma siamo sicuri che gli adolescenti la pensino così e, soprattutto, questo messaggio lanciato da chi dei videogame ha fatto il suo mestiere, può essere credibile?
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