Il primo episodio aveva convinto, questo non solo conferma il nuovo trend del telefilm, ma aggiusta ulteriormente il tiro e rende ancor più fluente il racconto. Arrow funziona come un orologio, è sempre più curato nelle scene d’azione, alterna sapientemente momenti leggeri ad altri più seri e riesce anche a sorprendere. Aveva ragione il protagonista Stephen Amell a considerare questa come la stagione migliore e se il livello rimarrà così (o si alzerà ulteriormente) ci sarà davvero da divertirsi. In questa seconda puntata, intitolata The Candidate, ci sono parecchi spunti: il primo è legato al titolo stesso, con una vecchia amica (Jeri Ryan) dei Quinn che decide di candidarsi a sindaco, ispirata dal discorso in televisione di Green Arrow. Per farle cambiare idea Damien Darhk assolda un ex scagnozzo della mafia desideroso di farsi notare. I suoi metodi poco ortodossi non sono subito efficaci e soprattutto non sono apprezzati dal suo nuovo boss, che lo definisce anarchico.
Su questi due personaggi vale la pena soffermarsi: Anarky (Alexander Calvert) ha la giusta dose di follia e man mano che l’episodio va avanti convince sempre di più, compreso il momento del duello con Green e Red Arrow che fa ben sperare per un ritorno futuro; Damien Darhk è semplicemente il villain migliore che si potesse chiedere, altro che Slade Wilson, Malcolm Merlyn o Ra’s al Ghul. Sontuoso nella sua cattiveria e nella sua classe: gran parte del merito va all’attore che gli presta il volto, Neal McDonough, e ai suoi occhi di ghiaccio. Prende sostanza anche la nuova vicenda del passato con i flashback che rivelano qualcosa in più sulla nuova avventura di Oliver sull’isola. I momenti più ironici sono riservati ancora una volta a Felicity (Emily Bett Rickards) che se la deve vedere col suo nuovo ruolo di presidentessa della Palmer Tech. Meno convincenti i momenti seriosi (come quando è costretta a licenziare alcune persone), mentre è decisamente promettente il rapporto con il giovane scienziato (Echo Kellum) che diverrà poi Mr. Terrific.
In generale, tutti i personaggi acquistano spessore, con l’unica eccezione di Diggle messo un po’ da parte stavolta (ma è anche giusto non affrettare il ricongiungimento con Oliver): la trasformazione di Thea (Willa Holland) appena accennata nello scorso episodio è protagonista della puntata e finalmente viene rivelato anche a Laurel (Katie Cassidy) la verità sul pozzo di Lazzaro e la resurrezione della piccola Quinn. Immediata l’idea di fare lo stesso con la sorella Sara. E pur sapendo che la ragazza sarebbe tornata in vita (il trailer di Legends of Tomorrow con lei che veste i panni di White Canary), l’escamotage per renderlo possibile non è per niente forzato come si poteva temere. La forza di questa stagione, anche se è presto per dirlo dopo appena due puntate, pare essere proprio la linearità degli eventi e la giusta tempistica. E anche in questo caso c’è da applaudire la produzione che, a differenza di molti altre serie, pur rilasciando numerose anticipazioni non ha di fatto rivelato come sarebbero andate realmente le cose.
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