Dopo le premiere dei tre telecomics Gotham, Agents of the S.H.I.E.L.D. e The Flash, è arrivato anche il momento di Arrow, che torna per la quarta stagione con una puntata molto intensa, emozionante e soprattutto piena di interessanti spunti. Forse perfino troppi da rivelare nei 42 minuti iniziali del ciclo. Ammesso fosse un difetto, è l’unico di questa scoppiettante partenza che, rispetto alle tre serie sopra citate (con la sola eccezione del telefilm Marvel), ha un pregio fondamentale: riesce a lasciare a bocca aperta i telespettatori nonostante i trailer e le anticipazioni che circolavano da mesi. In particolare, il finale da pelle d’oca ha già fatto scatenare sui social gli appassionati, ma per analizzare l’episodio è meglio farlo passo dopo passo, dall’inizio.
I primi minuti erano già stati svelati quasi del tutto con Oliver (Stephen Amell) e Felicity (Emily Bett Rickards) che si godono il loro “prepensionamento” vivendo in un quartiere di periferia come una normale coppietta (con tanto di vicini invitati a cena e quant’altro). Una gioia per tutti quelli che hanno sempre tifato per loro, ma si nota subito che si sentono entrambi pesci fuor d’acqua. La ragazza lo nasconde meno, lui è deciso ad andare fino in fondo perché razionalmente pensa sia l’unico modo di allontanare quella parte oscura che tanto teme. Tra un’esperimento in cucina (fantastica la battuta “Felicity: you have fail this omelette“) e una chiacchierata a letto, si arriva velocemente all’imminente proposta. Interrotta, come sbagliarsi, dall’arrivo di Thea (Willa Holland) e Laurel (Katie Cassidy), che chiedono aiuto all’ex vigilante perché non riescono ad affrontare una nuova gang armata che sta creando scompiglio in città. Tutto questo di nascosto da Diggle (David Ramsey), che preferirebbe certo non collaborare più con Oliver dopo che lui ha messo in pericolo la sua famiglia.
La squadra si riforma con le dovute differenze e inizia la puntata vera e propria. Felicity diventa la protagonista perché da una parte si scopre che ha sempre continuato segretamente a collaborare con il suo vecchio team, dall’altra è lei a spingere il suo amato ad abbracciare il destino di eroe e fargli capire che può farlo anche tenendo lontano il suo lato più buio. Il suo convincimento e la trasformazione in Green Arrow sono forse un po’ affrettati, mentre per fortuna non lo è il riavvicinamento con Diggle che sarebbe stata una forzatura. Prorompente anche l’ingresso in scena di Damien Darhk (lo strepitoso Neal McDonough), un villain senza dubbio affascinante e soprattutto senza precedenti. Ha dei superpoteri, ma non è un metaumano di Central City. Si affacciano nello show per la prima volta le capacità mistiche, che saranno al centro dei nuovi flashback del ciclo ambientati ancora nell’isola Lian Yu.
Scene d’azione a parte, molto movimentate ma con effetti speciali un po’ troppo fasulli (come l’esplosione del treno), i telespettatori vengono investiti da una serie di sorprese come l’incredibile complotto ordito da Darhk assieme al detective Lance (Paul Blackthorne). Sarà anche questo un aspetto che verrà sviluppato nel corso della stagione. Poi viene nominata ancora una volta la H.I.V.E., e anche la piccola Speedy (che vuole essere chiamata Red Arrow) avrà una storyline interessante visto che dovrà fare i conti con gli effetti del pozzo di Lazzaro. E poi la scena finale. Un salto di sei mesi in avanti, Oliver davanti a una tomba e Barry Allen/Flash (Grant Gustin) che gli si avvicina per confortarlo. Ma chi è morto? Anzi, chi morirà e quando ci verrà raccontato? A livello narrativo è l’espediente più sadico che si possa usare in uno show e a noi telespettatori non resta che aspettare. E gioire di questa serie così piena di sorprese.
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