Sopravvissuto – The Martian ha conquistato il pubblico internazionale tanto da essere il numero uno dei botteghini in quasi tutti i Paesi (in Italia è battuto solo da Inside Out), ma quando si parla di fantascienza c’è sempre qualcuno che borbotta. “Poco realistico“, “troppe inesattezze scientifiche” e il classico “è un’americanata” sono commenti che accompagnano da sempre le pellicole di questo genere, anche se alla base di molte di esse ci sono studi approfonditi per avvicinarsi più possibile a essere veritieri (e alcune non sono neppure produzioni statunitensi a dirla tutta). L’ultimo kolossal di Ridley Scott ha un grosso merito: è riuscito a mettere d’accordo un po’ tutti. Non solo pubblico (facile) e critica (già più complicato), ma anche veri esperti del settore spaziale, che hanno sottolineato l’ottimo lavoro fatto nel ricreare le location su Marte e le tecnologie.
Il kolossal con Matt Damon (leggi la recensione su Velvet Cinema), incentrato sull’avventura di un astronauta lasciato solo sul Pianeta Rosso alla disperata ricerca di un modo per sopravvivere e comunicare la propria posizione per essere recuperato, regala immagini mozzafiato di deserti, montagne e dirupi ricreati grazie a location reali (il set principale è stato realizzato in Giordania) e l’aiuto della grafica computerizzata. La sonda della Nasa Mro, in orbita intorno a Marte, ha fotografato i luoghi nei quali è ambientato il film: Ares 3, che nella realtà corrisponde alla pianura Acidalia Planitia, e Ares 4, che corrisponde al cratere Schiaparelli. Quanto c’è di differente? Secondo il parere di Doug Ming, capo scienziato della divisione Astromaterials Research and Science della Nasa, è una visione abbastanza veritiera, anche perché rispetto a precedenti produzioni, questa ha avuto la possibilità di vedere anche le immagini catturate da due rover della Nasa presenti sulla sua superficie.
Non è solo l’immagine del pianeta a essere dibattuta, ma soprattutto le trovate dell’astronauta, capace di creare un piccolo raccolto. “Anche in questo caso credo si possano prendere i materiali del suolo, come Watney ha fatto nel film, metterli in un ambiente controllato e aggiungere acqua, e potrebbero crescere” afferma Ming. “mancano giusto un paio di nutrienti che dovrebbero essere aggiunti. Uno di questi, fondamentale, è l’azoto“. Il kolossal è promosso quindi? “Assolutamente e se fossi stato nella sua situazione avrei probabilmente mi sarei comportato alla stessa maniera del protagonista“. Per avere l’assoluta certezza della veridicità di Marte, però, toccherà aspettare almeno vent’anni, quando è previsto il primo sbarco dell’uomo sul Pianeta Rosso.
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