“È contentezza pura, sono soddisfatto del film, sono sicuro che la vetrina di Venezia permetterà a L’attesa di arrivare a più persone possibili, sono sereno e molto felice“. Queste le parole del regista trentacinquenne Piero Messina, assistente di Paolo Sorrentino nei film Il divo e La grande bellezza, che fa il suo esordio dietro la macchina da presa con l’intensa pellicola L’attesa (guarda il trailer su Velvet Cinema), prima opera italiana in concorso alla 72^ Mostra del cinema di Venezia. E come lui, si respira soddisfazione anche in sala dove è echeggiato un lungo applauso al termine della proiezione, con la critica concorde nel promuovere il film, ma anche le interpreti e lo stesso regista debuttante.
La storia raccontata è quella di una donna siciliana (interpretata da una straordinaria Juliette Binoche) che deve affrontare la perdita del figlio. Quando nella sua villa di Caltagirone si presenta una fanciulla francese (Lou de Laage) affermando di essere la fidanzata del ragazzo, la donna decide di non rivelarle la drammatica realtà e di ospitarla in casa nell’attesa che lui torni. Lo straziante dolore della madre trova un minimo conforto nella bugia detta e soprattutto nella nuova ospite che ravviva quella enorme casa chiusa nel lutto. Lo strano, illogico ma al contempo realistico rapporto che si crea tra le due è l’ossatura dell’intero film ed è reso credibile dalla bravura delle due attrici, mai sopra le righe.
QUI IL CALENDARIO COMPLETO DELLA MOSTRA DI VENEZIA
La verità viene a galla solo nei lunghi momenti di silenzio, negli sguardi struggenti, nelle parole non dette. Ma non prende mai corpo se non alla fine, al termine di un lungo abbraccio. E forse non ce n’era neppure bisogno. Come un po’ troppo ovvie sono sembrate le metafore che fanno da sfondo alle vicende, con il paese che si prepara alla Pasqua organizzando la tradizionale processione. La speranza di un ritorno miracoloso, ancora e ancora. Degna di nota la colonna sonora che ben si allaccia alle emozioni e trova la sua massima espressione nella splendida Waiting for the miracle di Leonard Cohen, scelta da Piero Messina per una sequenza chiave del film. Un’opera prima autoriale in cui il regista riesce a prendere spunto dal maestro Sorrentino senza mai copiarlo. E non è poco.
Foto by facebook