La seconda stagione di True Detective si è conclusa così come era iniziata: aspra, incostante e poco limpida. Piena di spunti che non possono far altro che dividere i telespettatori. Certamente non sarebbe bastato un finale, per quanto lungo un’ora e mezza, a cambiare l’opinione di chi l’ha seguito, ma il fatto di non averci neppure provato è un grande punto a suo favore e per coloro che hanno apprezzato i toni soffusi e deprimenti dello show è difficile immaginare una conclusione più brutale e soddisfacente. Promuovere o bocciare questo telefilm quindi è decisamente una scelta soggettiva, nonostante l’evidente stato di grazia degli interpreti, unico punto in comune tra chi ha sempre criticato questo prodotto e chi invece si è sentito catturato.
Dopo i fuochi d’artificio della penultima puntata, in questo episodio finale, Stazione Omega, gli autori hanno deciso di risolvere i mistero di tutta la stagione nella prima mezz’ora per poi concentrarsi sui tre personaggi chiave rimasti in vita. Un lungo, vivido e realistico addio che trova negli ultimi dieci minuti il suo apice, visivo e soprattutto emotivo. Il giro di campo per raccogliere gli applausi vede Ray combattere per la sua vita in una foresta di sequoie, Ani in fuga dal Paese su una barca e Frank ferito mortalmente nel deserto. Non importa quanto lo show abbia cercato di spingere questi protagonisti insieme, inevitabilmente, finiscono per essere eroi (o antieroi) solitari. Per Frank e Ray vuol significare una morte da soli. Per Ani sopravvivere senza affetti, ancora una volta.
Nonostante un velo di tristezza e insoddisfazione, il telefilm arriva al punto dove è sempre voluto giungere e in questo atteso finale trova il suo punto di forza nei dialoghi serrati, in particolare quello tra i personaggi interpretati da Colin Farrell e Rachel McAdams e in quello tra i due e il boss al quale presta il volto lo straordinario Vince Vaughn, e nell’impatto visivo delle ultime scene collegate così strettamente l’una all’altra da dare l’impressione di essere un’unica. Guardando la puntata si finisce per rendersi conto che non poteva esserci un finale migliore, né uno peggiore. Per quanto atteso e senza grandi colpi di scena, questa era davvero l’unica conclusione. La più giusta. E ora chissà cosa ci si dovrà aspettare dalla terza stagione, appena confermata.
Foto by Facebook
Abbiamo intervistato Marta Zoe Poretti, critica cinematografica, che ci ha regalato un ampio spettro del…
Heath Ledger è morto esattamente come oggi 18 anni fa, proprio per questo sui social…
Roberto Ricci ha scritto Cinema Assassino per Le Mezzelane, abbiamo avuto il piacere di intervistarlo…
Il mondo dell'horror invade l'animazione e prende a soggetto personaggi che hanno fatto la storia.…
Perfect Days è una perfetta parabola della vita in pieno stile Wim Wenders che stupisce…
L'associazione culturale Visioni_47 lancia tre nuovi corsi di cinema per raccontarci questo mondo. Gli argomenti…