Giovanni Veronesi, il regista di pellicole come Che ne sarà di noi e i 3 Manuale d’amore, sceneggiatore che spesso mette la sua penna al servizio di colleghi toscani a cominciare da Leonardo Pieraccioni, sta per tornare sul set. Presto inizieranno infatti le riprese del suo nuovo film, Non è un paese per giovani, che dunque s’intitola “come la trasmissione che conduco su Radiodue – spiega in un’intervista al Corriere della Sera – parafrasando i Coen. Grazie alla radio ho toccato da vicino l’esodo lento e inesorabile dall’Italia: 100 mila ragazzi all’anno. Salteremo una generazione. E non è solo una questione economica. Un diciottenne che è andato in Argentina mi ha spiegato: non vado dietro a uno stipendio ma per seguire la speranza di un futuro“.
Lui, posizionato dietro la macchina da presa, racconterà la storia di formazione di due ragazzi che decidono di andare a Cuba, “la nuova frontiera. Giro in febbraio con attori sconosciuti, e la Paco Cinematografica, la stessa di Tornatore“. Niente star, invece. Niente scommesse parzialmente vinte in partenza grazie alla faccia giusta e conosciuta, quella che per gli occhi del pubblico risulta come una certezza. Veronesi rischia. E in fondo nel rischio c’è maggiore gusto.
Per quanto riguarda invece la pellicola drammatica di cui qualche tempo fa ha parlato Ezio Greggio, “io – chiarisce Veronesi – sono solo lo sceneggiatore con Filippo Bologna“. Il progetto, in ogni caso, è ancora in fase embrionale. E poi c’è un piccolo mistero, che di certo accende la curiosità. Il regista, infatti, rivela che sta per realizzare un altro film ancora con un collega italiano. Si farà per la Indiana Production, ma sul resto tace. Anzi, dice semplicemente una cosa: sarà una sorpresa.
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