Edwige Fenech è stata a lungo un sex symbol. La bastava apparire in tv oppure al cinema per mandare in stato confusionale il mondo maschile e turbare anche quello femminile. Poi, con estrema serenità, ha smesso di recitare e si è dedicata all’attività di produttrice. Lei stessa credeva che non sarebbe più tornata sul set. E l’idea non generava alcuna malinconia o tristezza, anzi. Finiti dei capitoli, ne cominciano altri. Ma ecco che è arrivato qualcuno in grado di convincerla e farle cambiare idea: Riccardo Milani, che dirige la serie tv E’ arrivata la felicità con protagonisti Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria (qua il video del backstage). La sempre splendida Edwige ha accettato un ruolo che molte, al posto suo e per il suddetto motivo, avrebbero rifiutato: quello della nonna. Ma lei, appunto, si sente a posto con se stessa. Non ha fantasmi contro cui lottare, grazie anche alla capacità di tenere i piedi per terra e, soprattutto, accettare il tempo che passa.
“Sono nonna nella vita – dice la Fenech in un’intervista al settimanale Visto – perché dovrei avere difficoltà ad esserlo in una fiction? Ho un figlio di 44 anni, potrei addirittura essere bisnonna. Trovo assurdo rifiutare il tempo che passa. È la vita. Essere nonna per finta o per davvero non va certo a ledere la mia sicurezza di donna. Questo ruolo mi piace e mi diverte molto e, quando Riccardo Milani me ne ha parlato, ne sono rimasta entusiasta“.
Soltanto una cosa, prima di accettare, l’ha fatta tentennare: “dovevo girare tante puntate e questo significava tenermi per diverse settimane lontana da Asia, la mia nipotina di due anni e mezzo. Vive a New York e sarebbe stato difficile vederla”. Ha riflettuto e infine deciso. Deciso di fare la pendolare fra Roma e New York per tutto il periodo delle riprese: “Adoro la mia piccola e per stare con lei salto da un aereo all’altro. Parla inglese, francese e italiano. E quando s’inserisce nelle conversazioni lo fa in cinese“. Buon sangue non mente…
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