Soffriva di Alzheimer ma erano in pochi a saperlo. Soltanto da poco il figlio Tarek aveva reso nota la sua malattia. Consapevole del fatto che il soffio di vita si stava spegnendo: Omar Sharif è morto in un ospedale del Cairo oggi, 10 luglio, in seguito a un attacco di cuore. Lo riferisce il sito della Bbc, citando il suo agente Steve Kenis. Il celebre attore aveva 83 anni e, sempre stando alla notizie fornite da Kenis, il morbo gli era stato diagnosticato all’inizio di questo 2015.
Straordinario interprete di pellicole cult come Lawrence d’Arabia (regia di David Lean, 1962), Il Dottor Zivago (ancora Lean, 1965), Ashanti (Richard Fleischer, 1979), Sharif era nato ad Alessandria d’Egitto nell’aprile 1932. Il fuoco sacro della recitazione non si è acceso negli anni dell’infanzia e neppure in quelli dell’adolescenza, come spesso accade. Sharif conseguì infatti la laurea in Matematica e fisica presso l’università del Cairo e per un periodo si occupò di commercio del legname insieme al padre. Nel 1953 girò il film egiziano Ṣirāʿ fī l-wādī e poi, per un decennio, più nulla. Fino a Lawrence d’Arabia, appunto, che gli valse una nomination agli Oscar come Miglior attore protagonista. Da allora è stato un crescendo, il suo astro non ha mai smesso di brillare.
Per quanto riguarda la vita privata, Sharif ha avuto una breve relazione con la collega Barbra Streisand e nel 1955, per poter sposare la diva egiziana Faten Hamama, lasciò il Cristianesimo e si convertì all’Islam. Dall’unione nacque proprio Tarek, che all’età di otto anni fu ingaggiato nel cast de Il dottor Zivago per il ruolo di Yuri. Sharif e Faten hanno divorziato negli anni Settanta. C’è un mistero che, probabilmente, non verrà mai risolto: più volte è stato detto che Omar Sharif fosse nella lista nera stilata da al Qaeda nel 2005 per aver interpretato San Pietro in un film realizzato per il piccolo schermo nostrano. In altre occasioni ha fatto discutere sostenendo la tolleranza dei musulmani verso gli ebrei e i cristiani.
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