L’estate, si sa, è il tempo delle riprese. Fa caldo ma si deve girare, in modo che i film – in primis quelli su cui si punta di più – possano sbarcare nelle sale fra l’autunno e l’inverno. Fra i vari set aperti c’è anche quello de La pazza gioia, nuova fatica di Paolo Virzì con protagoniste Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi nei panni di due donne, due amiche con problemi mentali e pure giudiziari. Valeria Bruni Tedeschi è Beatrice, Micaela Ramazzotti interpreta invece Donatella, “una persona – spiega nel corso di un’intervista al Corriere della Sera – che racchiude un mistero“.
Per dar vita a questo personaggio la Ramazzotti è intervenuta prima di tutto sul suo aspetto fisico e per molti versi si è trasformata: “sono dimagrita, ho capelli castani corti, tagliati male, ho 23 tatuaggi su un corpo nervoso e sofferente“. La troupe sta lavorando fra Pistoia e Viareggio, Virzì definisce questa pellicola un “road movie” e la Ramazzotti parla di “un’avventura su due strati, uno comico e uno drammatico“. E’ la terza volta che viene diretta dal suo uomo ed è anche la migliore, per motivi molto semplici: Tutta la vita davanti risale a nove anni fa, la loro storia stava cominciando proprio allora ed erano “un po’ nascosti“; poi è arrivato La prima cosa bella, da poco erano erano diventati marito e moglie. Adesso c’è maggiore complicità, spiega Micaela, e “mi godo tutto di più. Lui mi garba tanto“.
Una volta in più, dice di essere stata molto fortunata per quanto riguarda il suo mestiere: “Ho lavorato per tanti maestri: Carlo Verdone, Pupi Avati, Marco Risi, Luchetti, Archibugi. Li ringrazio tutti, ho imparato tanto. Anche dai più giovani. Il panorama è variegato, in buona salute“. Il tempo passa, ma la cosa non la turba affatto. Anzi, accende in lei tanta curiosità. Si chiede come sarà fra qualche anno, cosa racconterà la sua faccia. Non capisce la chirurgia, non porta avanti inutili guerre nell’illusione di una giovinezza eterna: “Rughe e cellulite sono rock. Mi piace la verità. Adoro certe donne dei film di Ken Loach così credibili“.
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