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Categorie: Interviste

Janet De Nardis: “Il Roma Web Fest punta a far conoscere le nuove esigenze del cinema”

I motori si fanno sempre più caldi, la terza edizione del Roma Web Fest prende forma a colpi di creatività, audacia, sperimentazione. Le nuove tecnologie fanno il paio con nuove idee e la direttrice artistica dell’evento, Janet De Nardis, neutralizza la fatica con generose spremute di soddisfazione. Il tiro si alza, aumentano gli ingredienti in pentola, la temperatura è vicina al bollore. Intorno all’enorme tavolo virtuale si siedono la stessa De Nardis, tutti coloro che collaborano con lei per la rinnovata riuscita del progetto, il MiBACT, la Regione Lazio, la Roma, la Lazio Flm Commission oltre a molte realtà del cinema italiano. E poi ci sono loro, i partecipanti. Giovani ambiziosi e appassionati della Settima arte, desiderosi di vederla fiorire ulteriormente grazie alle potenzialità dell’universo 2.0. Cosa riserva questo terzo capitolo, fino a dove arrivano le ambizioni individuali e collettive, quanto misura la circonferenza del sogno? A rispondere è proprio lei, la donna che ha avuto l’intuizione iniziale.

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Hai cominciato la tua carriera come modella, hai cantato, recitato per il piccolo e grande schermo, condotto varie trasmissioni tv; adesso dedichi gran parte delle tue energie al Roma Web Fest: quale l’obiettivo ultimo?
La gioia infinita che nasce dal creare qualcosa di nuovo, dal sentirsi utili e consapevoli di avere cambiato qualcosa e dall’ingenua speranza che il nostro breve tempo, nello spazio infinito dell’eternità, non sia trascorso inutilmente. Credo sia importante anche il lavoro che ognuno di noi può fare per migliorare la nostra società. Io ho investito nella creazione di opportunità per l’espressione dell’estro creativo e del talento artistico.

Soddisfatta dei passi fatti finora dalla tua “creatura”?
Direi “passi da gigante”. Fino a tre anni fa, prima della nascita del Roma Web Fest, in Italia pochi conoscevano le web serie e i fashion film.
Oggi invece assistiamo alla formazione, rapidissima, di un mercato fatto da brand che vogliono veicolare il proprio messaggio attraverso prodotti audiovisivi webnativi e da produzioni e broadcaster che spostano il loro centro di interesse sulla produzione web e sul potenziamento di piattaforme internet. Il Roma Web Fest, grazie anche alla fiducia del Mibact, ha contribuito a fare emergere le nuove esigenze di settore cinematografico; contributo che ha sicuramente influito nell’ampliamento della legge sul tax credit all’audiovisivo (e ovviamente alle web serie). Importante è stata anche la nostra collaborazione attiva con la Commissione Cultura della Regione Lazio per l’ampliamento della legge regionale sull’audiovisivo, aperta oggi anche alle web serie. Da due anni collaboriamo con la facoltà di Lettere e filosofia de La Sapienza ad un laboratorio di web serie che è diventato il primo corso universitario di web serie e prodotti digitali in Italia. Per questo ringrazio i professori Alessandro Saggioro, Mauro Di Donato e Andrea Minuz. Abbiamo anche stretto importanti collaborazioni internazionali e ho avuto l’opportunità di essere in giuria al Marsiglia Web Fest e allo Iawtv. Quest’anno presenteremo molte importanti novità.

Oltre a dirigere il Roma Web Fest sei consulente dello sviluppo dei prodotti web per Palomar spa, responsabile web, filmmakers e festival di Roma per la Cna e docente alla Sapienza, oltre che autrice e interprete di opere teatrali e audiovisive: come si conciliano tutte queste attività?
Si conciliano bene perché fanno tutte parte di uno stesso mondo. Grazie al lavoro costante fatto durante tutto l’anno con il festival posso entrare in contatto con nuovi autori e idee da proporre alle aziende. Allo stesso tempo la ricerca fatta con l’Università mi permette di configurare e indirizzare al meglio i tanti dati raccolti durante l’anno e mettere in contatto diretto gli studenti con il mondo del lavoro. Infine la parte creativa e artistica mi ha permesso di sperimentare e sperimentarmi.

Possiamo dire che il web ti ha cambiato la vita in tutti i sensi?
Credo che l’abbia cambiata a tutti noi. Penso che sia importante esserne consapevoli per evitare che il mezzo ci governi. L’avanzamento tecnico e scientifico sono sempre positivi, è l’uso che se ne fa, che muta il risultato.

Credi che la Rete possa essere un buon bacino per il reperimento di nuovi talenti?
Ne sono certa. Il web è il grande “palcoscenico” di libero accesso a tutti, anche se solo in pochissimi sanno usarlo al meglio, soprattutto perché le sue regole mutano continuamente. Grazie alla Rete si è rotto lo schema di profonda rigidità che governava le produzioni e le distribuzioni cinematografiche, a causa del quale lavoravano sempre le stesse persone all’interno di storie viste e riviste. Finalmente assistiamo all’emersione di talenti nuovi: da Wilwoosh ai The Jackal, da Edoardo Ferrario a Maccio Capatonda, da Claudio Di Biagio a Frank Matano e ai I Licaoni.

C’è ancora meritocrazia nell’universo internettiano o appaiano segni di “inquinamento”?
Segni di inquinamento ci sono sempre, in qualsiasi ambito in cui esista una possibilità di guadagno, ma la Rete per ora resiste e il “prodotto” ad oggi dimostra di essere sempre frutto di talento.

Cosa puoi anticiparci dell’edizione del Roma Web Fest 2015?
I Pitch non saranno solo quelli con i classici produttori e broadcaster, ma anche con i brand alla ricerca di storie coinvolgenti e innovative; Rai Fiction rinnova il suo primato nella ricerca e sperimentazione nel settore con premi in denaro (con possibilità di sviluppo del concept) e svariate anteprime della piattaforma Ray; il premio Solinas decreterà il 27 settembre i finalisti del premio “La bottega delle web serie”; ci saranno incontri con produttori europei interessati a coproduzioni e un omaggio a La grande Bellezza attraverso 9 fashion film interpretati da 9 fashion blogger e diretti da 9 filmmakers diversi. E ancora workshop, panel, un convegno sul tax credit dedicato all’audiovisivo, anteprime e molto altro.

Intensa è l’attività che state svolgendo tramite i social network.
Il lavoro di promozione attraverso i social network è fondamentale per il successo di un festival dedicato a prodotti che devono la loro esistenza ai nuovi media. In quest’ambito ci stiamo avvalendo di una stretta collaborazione con Metup srl. Inoltre ci avvaliamo di molti collaboratori provenienti dalla Sapienza o da altre Università. In tal modo riusciamo a raggiungere, ogni giorno, nuovi autori e produttori in tutto il mondo, oltre che a mantenere contatti privilegiati con i festival più importanti.

Sono diversi i brand italiani e internazionali che collaborano alla realizzazione di questo evento: come interpretare questa discesa in campo?
Il pubblico si sposta sempre di più dalla tv a internet e quindi l’interesse pubblicitario segue la medesima strada. Allo stesso tempo cambia il modo in cui viene recepito il messaggio pubblicitario: dalla tv veniva subito dall’alto verso il basso, mentre sul web è l’utente a dominare il mezzo e non accetta più lo spot (che tra l’altro è spesso troppo lungo). In questo contesto le web serie sono il terreno ottimale in cui fare crescere l’interesse per un brand piuttosto che per un’altro.

Il Roma Web Fest ha portato fortuna, finora, ai giovani che hanno vinto o conquistato qualche riconoscimento?
Abbiamo notato molti autori prima che lo facesse il “grande mercato”, come nel caso dei The Pills e dei The Jackal, e offerto loro concrete possibilità aiutandoli a diventare professionisti stimati e di successo: cito Ivan Silvestrini, vincitore della prima edizione del festival, a cui Rai fiction ha affidato la regia di una web serie Rai; Edoardo Ferrario che sta preparando un lungometraggio e lavora per Radio due; Valerio Bergesio, autore e protagonista di “140 secondi”, che al Roma Web Fest ha il premio Pitch e dunque ha avuto l’opportunità di iniziare una produzione che ha totalizzato quasi il 7% di share su Rai Due e oltre un milione e seicentomila telespettatori; Saverio Raimondo, il nostro presentatore, scelto anche come conduttore di Web Notte di Repubblica.it e come “mattatore” del Dopofestival.

Tre buoni motivi per partecipare.
Conoscere i protagonisti del futuro all’interno di una vetrina internazionale, avere reali opportunità di entrare nel mercato dell’audiovisivo e di vincere importanti premi, essere partecipi del nuovo “Star System” concedendo a se stessi momenti di divertimento e di cultura.

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Redazione

Passione e rispetto per la Settima Arte. Cinema trattato coi guanti... ma senza filtro! Perché siamo sempre dalla parte del pubblico che paga il biglietto!

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