Matthew McConaughey non ha avuto proprio l’accoglienza che si aspettava al Festival di Cannes: The Sea of Trees ha infatti ricevuto una valanga di fischi – anche ululati – durante la proiezione. Il pubblico della sala stampa ha bocciato il lavoro senza pensarci su due volte e tutte le recensioni che si trovano in Rete confermano questa versione. L’attore ha reagito in maniera diplomatica: “Tutti hanno il diritto di fischiare e quindi anche di applaudire“. La sceneggiatura non ha convinto i presenti e nemmeno l’interpretazione di McConaughey. Anche la risposta del pubblico in sala sarà la stessa?
“Gus Van Sant (il regista, ndr) – ha dichiarato l’interprete principale durante le riprese – è un fantastico visionario e un uomo dall’animo delicato. Lui ha davvero la sensibilità giusta per un film del genere. E’ uno che ascolta e ha preso in considerazione alcune delle idee che gli ho dato. Mi sono fidato ciecamente della direzione che ha dato e anche lui si è anche divertito“. Basata su una sceneggiatura scritta da Chris Sparling, la pellicola (prodotta da Ken Kao, Gil Netter e Kevin Halloran) segue le vicende di un uomo nipponico, Takumi Nakamura (interpretato da Ken Watanabe), ed uno americano, Arthur Brennan (McConaughey per l’appunto) che s’incontrano in una foresta giapponese chiamata Suicide Forest, ovvero il bosco dei suicidi, dove le persone si recano per farla finita una volta per tutte.
I due protagonisti si conoscono per caso e decidono di non uccidersi, ma di iniziare ad esplorare il posto, intraprendendo così un lungo viaggio nelle loro coscienze. Questa bella novità spinge Arthur anche a ristabilire i rapporto con la moglie (che ha il volto di Noemi Watts). Una storia di sopravvivenza che avrebbe dovuto lasciare gli spettatori assorti nei pensieri per interrogarsi sul significato della vita. Invece sembra che qui abbiano solo cercato di capire il senso della pellicola.
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