Sabina Guzzanti ne ha fatta (per fortuna) un’altra delle sue. Una di cui va particolarmente orgogliosa. Bisogna, però, subito contestualizzare. Lo scorso 8 maggio Sabina è stata a Cinisi per presentare La Trattativa. L’invito è stato ricevuto dalle associazioni Casa Memoria e LabNocento45, che in tal modo hanno ricordato il 37esimo anniversario della morte di Peppino Impastato, legato ai binari della ferrovia e fatto saltare in aria con una carica di tritolo per le sue continue denunce contro l’attività mafiosa. Peppino perse la vita nella notte fra l’8 e il 9 maggio 1978, nelle stesse ore in cui veniva ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro. Giunta a Cinisi, dunque, la Guzzanti si è tuffata con tutta l’anima in questa storia. E le è venuta un’idea. Un’idea che si è tradotta in un cortometraggio dal titolo Due case. Girato col cellulare e pubblicato su Facebook.
“Che ve ne pare? – scrive la Guzzanti rivolgendosi ai suoi follower – è una cosa fatta in casa, anzi in treno, ma ci ho messo tanto amore. L’ho intitolato: due case“. Le due case in questione sono quella in cui abitava Peppino e quella del boss Tano Badalamenti, riconosciuto come mandante dell’omicidio di Peppino insieme al suo vice Vito Palazzolo e condannato all’ergastolo soltanto nell’aprile del 2002. La Guzzanti è andata nella casa del boss e l’ha ripresa col suo telefono. Casa che un tempo era la sede dei summit mafiosi e che nel 2010 è stata confiscata nonché affidata dal Comune all’associazione che porta il nome di Peppino. Con Sabina, a mostrare l’appartamento e dare delucidazioni, c’era anche Giovanni. Sì, il fratello di Peppino. Che ha raccolto il suo testimone e non ha mai smesso di portare avanti l’attività antimafia.
Poi la Guzzanti si è spostata nell’altra casa del titolo, quella appunto in cui è cresciuto Peppino, che oggi si chiama Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato (Felicia era la madre) e che è un emozionante contenitori di ricordi, ribellione, pulsioni di vita. Due case che distano fra loro circa cento passi, quei cento passi che hanno dato il titolo al film diretto da Marco Tullio Giordana con protagonista Luigi Lo Cascio. Eh sì, per fortuna Sabina ne ha fatta un’altra delle sue…