Categorie: Interviste

Le tre rose di Eva, Elisabetta Pellini: “Laura, così diversa da me…”

Sembra quasi una ragazzina, Elisabetta Pellini, anche se è una donna fatta. Fisico esile, movenze delicate, modi gentili ed estremamente educati. Sguardo dolce, che diventa parecchio concentrato quando parla, spiega, risponde. Sguardo che punta dritto sugli occhi dell’interlocutore. Non si abbassa mai. Elisabetta Pellini è fra gli interpreti principali della fiction Le tre rose di Eva, la cui terza stagione prenderà il via venerdì 20 marzo. Lei lo dice con schiettezza: questo personaggio così irrequieto, tormentato e assetato d’amore, che però canalizza tale bisogno nel modo più sbagliato e distruttivo possibile, è molto diverso da lei. E in fondo proprio qui sta il bello, nella spiccata differenza che rende il lavoro interpretativo tutt’altro che facile e fluido. Impegnativo e altrettanto intenso, piuttosto. Il risultato è stato sotto gli occhi di tutti e tornerà a esserlo nel nuovo capitolo che promette di essere più ricco dei precedenti. Cosa accadrà questa volta a Laura? Elisabetta svela fino a un certo punto, per ovvi motivi. Ma dal trasporto con cui racconta vien da pensare che sia soddisfatta dei risultati…

Figura complessa, quella di Laura. Cambia spesso pelle ma non riesce a trovare la serenità.
Vero. Finisce per vivere sempre amori sbagliati, per distruggere se stessa e anche la vita degli altri. Nelle prime due serie è passata attraverso tradimenti, ha affrontato un aborto, ha creduto più volte che fosse arrivata per lei la possibilità di stare finalmente bene… Ma non è stato così.

Nella seconda aveva accettato di essere la compagna dell’avvocato Alfredo Scilla, interpretato da Alfredo Pea, pur provando nei suoi confronti soltanto affetto. Poi è entrato in scena Matteo Monforte, ovvero Rocco Giusti, figlio segreto di Pea, e gli eventi sono precipitati.
Non condanno Laura, perché il legame con Alfredo era sincero. Poi certo, Matteo ha cominciato a conquistarla, ha insistito; bello, giovane, aitante, è riuscito a farle perdere la testa. E a sua volta la ama davvero. A quel punto Pea ha sofferto moltissimo e tramutato la sua sofferenza in desiderio di vendetta. Dopo aver tentato in tutti i modi di separarli, si è suicidato. Un gesto estremo finalizzato a far nascere in loro un irrimediabile e inguaribile senso di colpa. Una trappola frutto della disperazione, insomma.

Cosa accadrà in questa terza stagione?
Il suicidio di Alfredo sarà per Laura qualcosa di lacerante. Per certi versi si arrende. Torna dalla madre e così scopriamo le sue origini. Scopriamo che la madre aveva tentata di farla prostituire già durante l’adolescenza. E allora decide di dargliela vinta. Laura diventa una escort di lusso e smette di nascondersi. Non è più la Laura fragile. Adesso è consapevole, disillusa. Non crede più nell’amore, o meglio: si convince che per lei non può esserci amore vero. Fa dunque “carriera” come prostituta, diventa ricca. In qualche modo, sembra finalmente appagata.

Però Matteo torna a cercarla.
Esatto. Lui è ancora innamorato. Lei pure, ma non vuole ammetterlo a se stessa. Vorrebbe soltanto il rispetto della gente e in un certo senso lo ottiene, anche tramite la storia con Lorenzo Camerana (Giuseppe Russo, ndr), nipote del potente Ruggero (Luca Ward, ndr). E’ determinata a sfruttare le debolezze degli uomini ricchi. E intanto cerca di raggiungere un obiettivo ben preciso, del quale però non posso parlare…

Possibile che Matteo non riesca ad abbattere questa sorta di muro?
Beh, Laura è decisa a fare la dura, ma una luce è rimasta nel suo animo… Guarda Matteo, prova ancora gelosia nei suoi confronti, insomma c’è ancora un sentimento forte.

E per Lorenzo Camerana?
Non prova nulla. Lui invece sì. Lui arriva al punto di pagarla per averla in esclusiva, non sopporta l’idea che vada con altri uomini. E’ molto geloso. Lei lo domina, avrà le sue rivincite. Eh sì, bisogna proprio dire che i colpi di scena non mancheranno e che nulla si chiude in modo definitivo ne Le tre rose di Eva… Come nella vita reale, in fondo. I meccanismi del cuore s’incrociano continuamente con quelli del cervello, impossibile dire cosa possa accadere e cosa no.

Ti piace recitare in questa fiction?
Mi piace il mio lavoro, innanzi tutto. E sì, mi piace recitare ne Le tre rose di Eva. Mi piacciono i personaggi complicati ma al contempo mi stressano (sorride, ndr): Laura, per esempio, è davvero lontanissima da me. Rappresenta tutto ciò che non amo in una donna. Io, prima di tutto, non sono per nulla arrampicatrice. Ma d’altra parte devo dire che lei è molto chiara. Se prima aveva paura di chiedere, adesso chiede e basta.

Le scene più faticose?
Beh, sicuramente quelle in cui ho dovuto misurarmi con le pratiche fetish, roba che non avevo mai fatto e visto in vita mia (ride, ndr)! Mi sono trovata a dover mettere il tacco in faccia a un collega, per esigenze di copione, e ti giuro che facevo le prove a casa… Avevo il terrore di fargli male! E il povero Giuseppe Russo, un giorno, l’ho veramente “gonfiato”… Dovevo dargli uno schiaffo, io non sono abituata a schiaffeggiare la gente e quindi non ho misurato la forza. Me ne sono partiti due, forti. E la scena è stata ripetuta una decina di volte: immagina!

Perché, secondo te, Le tre rose di Eva ha così tanto successo?
Perché è un melò. E la gente si appassiona sempre alle storie sentimentali, diciamolo. Poi perché ha una spiccata componente di giallo, dunque attira anche il pubblico maschile. Perché è girata in luoghi splendidi, mostra paesaggi incredibili. Perché racconta anche il mondo delle vigne, del vino. Ci sono diversi motivi ben amalgamati fra loro.

Pensi ci sia un limite da non superare, per quanto riguarda il numero delle stagioni? Quando, secondo te, arriva il momento di mettere la parole “fine”?
Non credo esista una giusta misura. L’importante è che si riesca a rinnovare sempre il prodotto, a cambiare. Quest’anno, per esempio, ne Le tre rose di Eva ci sarà una componente di esoterismo ed è la prima volta. Il blocco resta lo stesso, gli elementi nuovi danno ulteriore linfa. Finché al pubblico piace, perché non andare avanti?

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Redazione

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