Finalmente domani, giovedì 12 febbraio, uscirà nelle sale cinematografiche italiane 50 sfumature di grigio, il film più atteso del 2015. Ormai sapete tutti di cosa stiamo parlando. E’ l’adattamento cinematografico (diretto da Sam Taylor-Johnson) del bestseller firmato dalla scrittrice inglese E.L.James e che vede come protagonisti assoluti Dakota Johnson e Jamie Dornan, rispettivamente nei panni Anastasia Steele e di Christian Grey. I personaggi del romanzo hanno fatto sognare milioni di ragazze di tutto il mondo. Le lettrici, ma anche i lettori, hanno fantasticato sulle sembianze di Anastasia e Christian, fin quando hanno trovato il volto di Dakota e Jamie. Le aspettative sono tante. E il rischio di deludere i fan più accaniti, e per questo motivo anche molto critici, è davvero alto.
Nel nostro Paese la pellicola è vietata ai minori di 14 anni: era necessario? Il flirt tra la studentessa del college e il giovane miliardario è davvero così scabroso? Le scene di sesso ci sono. In abbondanza. Ovviamente. Non poteva essere altrimenti. Le sequenze sono chiare, ma non troppo osé. La sintonia tra Dakota e Jamie è perfetta, nonostante tutte le voci circolate nei mesi scorsi. Al contrario di quanto detto, è proprio l’interpretazione dell’attrice ad essere più convincente. La Johnson si è immedesimata perfettamente nella parte. Non è lo stesso per Dornan che invece sembra aver trovato qualche difficoltà. Non è riuscito a tirare fuori il fascino giusto che spetta ad un personaggio come Christian Grey. In passato ha ammaliato gli spettatori con altri ruoli. Stavolta invece la prova non è superata.
Nel complesso è un buon film. Sicuramente piacerà a tutti quelli che hanno apprezzato il libro, visto che la sceneggiatura (che porta la firma di Kelly Marcel) segue fedelmente quella del romanzo. Ci sono poche differenze: sono state tagliate alcune scene hot e quelle più superflue. Non solo sesso, ma anche un po’ di umorismo che non guasta mai. Forse questo adattamento è quasi meglio dell’originale. 50 sfumature di grigio è pronto a diventare l’erede di 9 settimane e mezzo di Adrian Lyne del 1985 con Mickey Rourke e Kim Basinger? Il paragone è azzardato, ma non così lontano dalla realtà.
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