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Categorie: Recensioni

Non sposate le mie figlie!, il fenomeno francese arriva nelle sale

E’ uscito ieri, giovedì 5 febbraio, nelle sale cinematografiche italiane Non sposate le mie figlie!, commedia francese diretta da Philippe de Chauveron e con protagonisti Christian Clavier, Chantal Lauby, Medi Sadoun, Ary Abittan e Frédéric Chau. Claude e Marie Verneuil sono una coppia borghese e cattolica che ha ben quattro figlie femmine. Tre delle quali però sono sposate rispettivamente con un arabo, un ebreo ed un asiatico. I due vivono nella loro bella proprietà e pregano Dio giorno e notte perché la quarta convoli a nozze con un cristiano. La loro preghiera viene esaudita. O almeno così sembra. Infatti poi scoprono che il ragazzo in questione (Charles) ha origini ivoriane e che il padre è un ex militare insofferente alla colonizzazione europea dell’Africa.

Se con Non c’è 2 senza te (leggi la recensione di Velvet Cinema) si cerca di andare contro i pregiudizi, qui invece vengono messi in evidenza. Tutto il contrario insomma. Il regista punta sul lato intollerante di ogni persona, ironizzando così sui cliché che da sempre accompagnano gli stranieri. Si parla di divisioni sociali, ma sempre con il sorriso, lasciando spazio alle battute ed in particolar modo a due personaggi surreali come i due padri di famiglia. Sono loro a controllare un certo senso la situazione ed anche a reggere tutto il film. Anche in questo senso si ha una visione maschilista del pater familias?

Si tratta comunque di una pellicola leggera e facilmente esportabile in tutto il mondo, visto che tratta un tema caro a molti e non solo in Francia. Il successo fuori i confini nazionali in questo caso è un po’ scontato. Nel Paese d’origine questo lungometraggio è diventato un vero e proprio fenomeno. Avrà dei buoni risultati anche al botteghino qui da noi? E soprattutto arriverà presto un remake italiano? In Francia si riesce a ridere del razzismo senza fare polemiche. E’ possibile anche nel resto del mondo?

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Samantha Suriani

Toglietemi tutto, ma non la musica, il buon cibo…e la tinta rossa. Potrei diventare pericolosa.

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Samantha Suriani

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