… E poi spesso finisce così. Troppo spesso. Succede che scompare una star, che i primi giorni tutti la piangono, i familiari mostrano in pubblico volti quasi sfigurati dal dolore, è tutto un susseguirsi di belle e malinconiche parole. Di lacrime. Dichiarazioni di grande effetto. Una commozione continua, e il cuore si stringe anche soltanto leggendo un articolo di giornale. Poi l’onda emotiva s’abbassa e voilà, prendono il sopravvento le questioni pratiche. Che ruotano intorno a un elemento comune: il denaro. A casa nostra è accaduto di recente nel caso di Pino Daniele, un po’ prima per Lucio Dalla. Dall’altra parte del mondo sta accadendo, per l’ennesima volta, adesso. In queste ore. Sì, perché si apprende che è in corso una battaglia legale fra la moglie e i figli di Robin Williams. Motivo? L’eredità, of course. E il patrimonio del buon Robin, impiccatosi lo scorso agosto, dev’essere parecchio sostanzioso.
In una denuncia presentata a dicembre presso la Corte suprema di San Francisco, la sua consorte Susan ha accusato i figli dei due precedenti matrimonio dell’attore di essersi impadroniti di alcuni oggetti senza alcun permesso; di conseguenza la donna ha chiesto l’esclusione del contenuto della casa di Tiburon, la stessa in cui Williams ha tragicamente messo fine alla propria vita. Il “contenuto” in questione comprende diversi gioielli di gran valore e ricordi destinati dallo stesso Robin ai rampolli.
Zachary, Zelda e Cody – questi i loro nomi – hanno d’altra parte dichiarato che Susan Williams sta “aggiungendo l’insulto ad una terribile ferita“, tentando di manipolare il testamento e di privarli degli abiti e dei ricordi personali del padre. Tramite un legale assicurano che la signora (che ha sposato Robin soltanto tre anni fa) stia agendo contro i desideri della star ormai scomparsa. Stia, in altre parole, andando contro quanto da lui pianificato in relazione ai proprio averi.
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