L’esordio da regista del comico Maccio Capatonda lancia una sfida non facile alla commedia italiana degli anni ’60 e ’70, quella che con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni imitava e sbeffeggiava l’italiano medio, con i suoi pregi e i suoi difetti. Così, anche nella pellicola di Capatonda, nelle sale dal 29 gennaio, emerge la doppia faccia di una medaglia che ci vede un po’ eroi e un po’ campagnoli sprovveduti, situazione che – almeno in questo film – si amplifica con l’avvento della crisi dei 40 anni, l’età del protagonista Giulio Verme, alle prese con una pillola che depotenzia al due per cento le capacità del proprio cervello e apre le porte ad un duello tra l’italiano medio del titolo e quello più impegnato ma non per forza di cose più fortunato.
Grazie alla pillola il protagonista sveste i panni dell’uomo depresso e avvilito e supera i limiti che lo costringevano a non avere più interazioni con colleghi, amici e famiglia. Giulio Verme – Capatonda diventa, così “depotenziato”, una vera icona pop e una star nazionale, partendo da una serie di insuccessi che si trasformano, come per scanzonata magia, in un trampolino che lo porta alla conquista della ribalta. Un’evoluzione del Fantozzi alla ricerca della liberazione, tipico di Luciano Salce e quello più caotico e sconclusionato di Neri Parenti.
La sceneggiatura, affidata ad un gruppo di professionisti come Daniele Grigolo, Danilo Carlani, Marco Alessi, Sergio Spaccavento, Luigi Luciano e lo stesso Capatonda, si muove velocemente tra umorismo spiccio e uno più surreale e adeguato alle vicissitudini dell’Italia di oggi. Dialoghi rapidi e frizzanti a sottolineare frenesia e più rilassati, ma non meno scanzonati, a cercare di cogliere qualche perla di saggezza in pieno “Capatonda style”.
Il film, nelle sale dal 29 gennaio, è stato anticipato da un corposo battage pubblicitario che ne aiuterà il successo commerciale, è una propaggine cinematografica del film Limitless, ospitato all’interno del programma televisivo “Ma anche no” che ha fatto conoscere al grande pubblico Maccio Capatonda, al secolo Marcello Macchia, volto abruzzese che è passato dal web alla TV prima di fare il grande salto. Se il pubblico decreterà il successo del lungometraggio è ancora tutto da scoprire ma i presupposti sembrano esserci tutti, a partire dai suoi sketch ricchi di onomatopee pronunciate con quell’enfasi fuori controllo che tanto ha contribuito a decretarne il successo.
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