Ieri, mercoledì 21 gennaio, è andata in onda su Rai Uno la seconda parte della miniserie L’angelo di Sarajevo con protagonista Beppe Fiorello. Si tratta della vera storia del giornalista Franco Di Mare che nella fiction ha il volto di Marco De Luca. L’uomo parte nel 1992 per Sarajevo dove viene spedito come inviato di guerra. La moglie l’ha lasciato e quindi non ha niente da perdere. Lì uscire di casa può essere fatale e la gente ha davvero paura. Il giornalista parte con l’operatore Romano (Luca Angeletti) ed insieme realizzano dei servizi che toccano il cuore della gente.
Il primo è in un orfanotrofio bombardato dove Marco conosce Malina, una bambina di dieci mesi che è stata abbandonata dai genitori. Inizialmente De Luca rientra in Italia per una grande opportunità di lavoro, ma poi ha troppa nostalgia della piccola e decide di tornare a Sarajevo per prenderla con sé. L’uomo riesce ad avere l’affidamento grazie all’autista/maestro di violino Kemal (Radoje Cupic), ma non è poi così facile partire con lei. Così Marco e Romano continuano a realizzare servizi anche molto scottanti, per questo motivo rischiano la loro vita. Sono sotto il tiro dei cecchini che non hanno intenzione di farli rientrare nel Bel Paese.
Intanto Marco scopre che i genitori di Malina sono morti durante un agguato e quindi può prendersi cura di lei senza problemi, anche se non sa come si fa. Il ruolo del padre sembra non fare per lui. L’amore per la bambina però è così tanto da superare ogni problema. Quando però Kemal viene ucciso, De Luca capisce che ha poco tempo per lasciare la città. Si reca di corsa in aeroporto, ma le guardie non vogliono far passare la piccola, visto che è di origine bosniaca e quindi non può partire. Alla fine tutto si risolve e Marco può crescere sua “figlia” al sicuro (Stella Di Mare oggi ha ventidue anni). Una storia che arriva dritta al cuore.
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